Partenza in direzione del luogo dove il grande “Fiume dei Re” forma un’ampia e profonda ansa che si chiude a cerchio, andando a delimitare al suo interno una vasta area geografica. Malgrado la sua estrema vicinanza alla città, l’isolamento causato dal fiume che la circonda da tutti i lati ha fatto sì che questa zona non sia stata interessata dall’incessante espansione edilizia orizzontale e verticale che Bangkok ha conosciuto in questi ultimi decenni. Il risultato è che quest’area è arrivata fino ai giorni nostri conservando il suo carattere antico. Qui il ritmo che scandisce la vita è ancora quello della luce del sole, dall’alba al tramonto. Le piantagioni di cocco non hanno lasciato spazio ai grattacieli ed i canali naturali e artificiali che un tempo davano origine alla “Venezia d’Oriente” e garantivano i collegamenti fluviali non sono qui stati interrati e sostituiti da strade. Muoversi con i servizi pubblici per collegare questi due opposti poli di Bangkok è come unire tra loro due universi paralleli: uno di terra e uno di acqua, uno del futuro e uno del passato. Si parte dal futuro, a bordo dell’avveniristico sky train, la monorotaia sopraelevata fiore all’occhiello della Bangkok moderna, del business e del progresso, sul quale viaggeremo a forte velocità a ritroso nel tempo fino ai sobborghi a est della città. Da qui a piedi fino al capolinea dei “Rot-Daeng”, i camioncini sui quali si siede sulle panche poste nel cassone posteriore, che ci traghetteranno fino all’universo d’acqua. Il Chao Praya, il Fiume dei Re del Siam, qui è largo come il mare. Si sta avvicinando alla sua foce a estuario al centro della Baia di Bangkok, dove ogni anno assieme all’acqua delle montagne del nord scarica milioni di tonnellate di fango che vanno a fertilizzare una gigantesca zona paludosa fonte di vita per milioni di persone che qui coltivano cocco, allevano pesci e gamberi ed estraggono il sale. Il prossimo mezzo di trasporto sarà il ferry pubblico. Sbarcati in quello che oggi viene definito il “polmone di Bangkok”, ci attendono le biciclette a noleggio con le quali partire all’esplorazione dell’area. Prima di giungere ai canali si passa per quello che i locali chiamano semplicemente Wat Kao: “il tempio vecchio”, appellativo quanto mai indovinato per un luogo di culto che ci mostra l’architettura di inizio secolo. Tanto legno, nei tetti così come negli infissi, sapientemente intagliati. E da qui ancora avanti, verso il cuore del “polmone”, un luogo antico in cui si producono oggetti antichi, come i profumati incensi che, inginocchiati al cospetto delle divinità, i fedeli bruciano tra le loro mani conserte a gruppi di tre, ogni bacchetta ad osannare un membro della trinità Theravada: il Buddha, il Dharma ed il Sangha. Il piccolo centro artigianale che li produce è aperto al pubblico e si potranno ammirare le fasi di produzione. E da qui al mercato, sulle sponde dei canali, che alla domenica riceve migliaia di visitatori che formano tra le strette vie ricche di bancarelle un compatto brulichio, dinamico e disordinato. Solo in piccola parte è gente del luogo. La maggioranza è composta da quei thai della Bangkok di domani che presi dalla frenesia della vita di città hanno dimenticato in fretta le loro origini rurali. Qui le possono ritrovare, a breve distanza dai loro uffici e palazzi, fin nei minimi dettagli. Nei banchi del mercato si vende infatti tutto quello che negli anni hanno perduto. Ce n’è per tutti i gusti, dai succulenti spiedini di carne grigliati sui quali mani sapienti passano pennellate di condimento al curry, al peperoncino o al tamarindo, fino ai dolci al cocco avvolti nella foglia di banano. La prossima tappa è al giardino botanico e da qui al porto sul lato opposto del “polmone” rispetto a quello sul quale siamo sbarcati. Qui si prende una lancia a motore e sulla sponda opposta del fiume si completerà la carrellata dei mezzi pubblici locali salendo sullo spartano autobus cittadino, con sedili di legno e finestrini spalancati contro la calura. La fermata dei bus è vicina all’hotel. Prossima fermata per il ritorno al futuro.