Viaggi in Kenya

Kenya

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Safari in Swahili significa viaggio.  Questa è la lingua dell'Africa orientale e il Kenya è la patria del safari.  I suoi vari ecosistemi e paesaggi significano che in Kenya esistono le specie animali più diverse di qualsiasi altro paese in Africa.  Questa è stata la terra che ha dato origine al safari, residenza naturale di celebrità, dei cacciatori di selvaggina del diciannovesimo secolo e rimane la destinazione safari più spettacolare dell’Africa subsahariana.  Praterie lussureggianti, steppe infuocate e foreste fluviali e ancora altopiani e brughiere, rilievi montani dalle vette innevate, offrono una sorprendente varietà di habitat che comprendono l'intera gamma dell’ East Africa e un'altrettanto vasta scelta di opzioni per viaggiare in Kenya.  Situato a cavallo dell'Equatore, il Kenya si estende dalle barriere coralline dell'Oceano Indiano e le spiagge di sabbia bianca, alla colossale Rift Valley, con un territorio immenso di grande varietà e bellezza naturale eccezionale. Sul suo territorio vivono almeno 40 diversi gruppi etnici africani (tra cui le popolazioni Kikuyu, Luhya, Kalenjin, Luo, Kamba, Kisii, Meru e Embu, Mijikenda, Swahili, Turkana e Masai) che parlano una varietà di lingue madri.  Le ondate di migrazione nei secoli dal nord e dal sud del continente hanno portato il Kenya a diventare uno dei paesi africani più diversificati sul piano culturale e linguistico, un vero crocevia di culture e tradizioni.
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KENYA
14 giorni / 13 notti
Safari Deluxe da € 12.650

The Hemingway Wing Safari

Un safari Micato è molto più di un safari è una vera è propria esperienza in famiglia: dal vostro arrivo in Africa fino all'ultimo giorno di permanenza sarete accolti e coccolati dallo staff di Felixe e Jane Pinto, fondatori di Micato Safaries che avrete modo di conoscere durante il vostro viaggio africano.  Questa coppia keniota con 50 anni di esperienza di safari ha investito molte energie nella formazione dei propri collaboratori, ed è per questo motivo che tutto il team Micato è altamente qualificato, inoltre la particolare attenzione e cura del cliente renderanno il vostro safari un'esperienza unica.  Felix e Jane sostengono che quando si viaggia con Micato si viaggia con più di una compagnia - si viaggia con la nostra famiglia.

Così scriveva Ernest Hemingway: "Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l'avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo di notte, tendevo l'orecchio, pervaso di nostalgia".  Questo safari, uno dei preferiti di Micato, è un tributo non solo alla capacità che l'Africa ha di rapire i nostri cuori, ma anche al vecchio stile accogliente dei safari ai tempi di Hemingway, con solo tre campi tendati e 5 voli che vi faranno entrare in intimità con i paesaggi africani.  Dalla spettacolare frontiera settentrionale della Riserva Nazionale Samburu in Kenya, attraverserete il Masai Mara-Serengeti per giungere nel massiccio cratere del Ngorongoro; visiterete poi la zona preferita da Hemingway, il Lake Manyara, percorrendo strade poco frequentate in un viaggio che ricorda i giorni dei safari di un tempo.
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INFORMAZIONI E NOTIZIE UTILI

VISTO E FORMALITA' DI INGRESSO

Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei mesi al momento della richiesta del visto.  Occorre altresì essere in possesso di un biglietto aereo di andata e ritorno.  All'ingresso nel Paese, viene apposto un timbro sul passaporto, dal quale risulta la durata del soggiorno.  Si consiglia al turista di dichiarare il periodo effettivo del soggiorno in Kenya e di controllare il timbro apposto sul passaporto; la proroga del soggiorno può essere ottenuto solo presso gli uffici competenti per l'immigrazione.  Le sanzioni per il mancato rispetto di tale procedura possono arrivare anche all'arresto.  Per entrare in Kenya il passaporto deve avere almeno un’intera pagina bianca, al fine di poter apporre il visto d’ingresso.  In caso contrario, i viaggiatori potrebbero non essere accettati nel Paese e fatti rientrare in Italia con il primo volo utile.  Per le eventuali modifiche relative alla validità residua richiesta del passaporto si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata o il Consolato del Paese presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio.

Visto d'ingresso: necessario; le categorie di visto sono le seguenti:

  • Visto di transito (transit visa, USD 20) con una validita’ di massimo 72 ore.  Richiesta visto disponibile anche qui;

  • Visto turistico (tourist visa, 50 USD  o 40 EURO) valido per un mese, tre mesi e rinnovabile fino a sei mesi; richiesta visto disponibile anche qui

  • Visto multiplo (multiple visa, 90 EURO) per affari.  Valido da un mese a un anno.  La richiesta deve essere presentata all’Ambasciata del Kenya a Roma. Tra la documentazione richiesta, si deve presentare la lettera di invito dell’azienza locale;

  • Visto valevole per un unico viaggio (single journey visa, 51 USD);

  • East African Tourist Visa: valido per 90 giorni (Multiple entry visa USD 100), permette di viaggiare in Kenya, Rwanda e Uganda. Si presenta la richiesta nel primo paese di arrivo. Se in Kenya, si ottiene dall’Ambasciata del Kenya, se in Uganda si richiede nella rispettiva Ambasciata, se in Rwanda si ottiene online su evisa Rwanda.



  • Le Autorità keniane hanno annunciato l’introduzione di una procedura online per dotarsi di visto elettronico. E’ auspicabile seguire tale procedura, accessibile al seguente link (esclusivamente in lingua inglese).  Le Autorità kenyane hanno indicato che sarà ancora possibile richiedere il Visto presso le Ambasciate del Kenya accreditate nel Paese di residenza e in aeroporto.  A tal proposito, si attira l’attenzione sul fatto che le Autorità keniane accettano il pagamento dei relativi diritti in dollari statunitensi di recente emissione.  Il pagamento puó essere effettuato anche con equivalente ammontare in Euro.  Per ulteriori informazioni, si consiglia di rivolgersi all’Ambasciata del Kenya a Roma, competente per il rilascio del Visto d’ingresso.

    Per le informazioni più aggiornate su passaporto, visti, formalità doganali e informazioni valutarie cliccate qui.  Sarete reindirizzati alla pagina della Farnesina Viaggiare Sicuri, che viene costantemente revisionata e offre informazioni aggiornate in tempo reale.


    FUSO ORARIO

    La differenza di fuso orario è di 3 ore in più rispetto all'Italia da ottobre a marzo, 2 ore in più quando in Italia vige da marzo a ottobre, che si riduce a 1 sola ora in più quando in Italia vige l'ora legale.

    MONETA

    La valuta locale è lo Scellino kenyota (Ksh o Kes).  Per una quotazione aggiornata del cambio EURO-KES, cliccare qui.  I maggiori alberghi ed i principali negozi accettano le carte di credito più comuni.  Esistono sportelli per il prelievo di moneta contante appartenenti ai circuiti internazionali (es. Cirrus).

    TELEFONIA

    Il prefisso internazionale del Kenya è lo 00254.  Per chiamare dal Kenya l'Italia comporre lo 0039.  Nel Paese è diffusa la rete di telefonia cellulare GSM che fornisce servizi di collegamento Internet senza fili anche a tecnologia 3G.  Esistono tre operatori di telefonia mobile: Safaricom, Airtel, Telkom.

    CLIMA

    Esistono due stagioni umide: indicativamente da marzo a maggio (grandi piogge) e da ottobre a dicembre (piccole piogge); le piogge hanno carattere intermittente.  La stagione più calda in generale va da gennaio ad aprile; sulla costa vi è un clima caldo anche nei mesi di settembre e ottobre.  L'escursione termica nella regione degli altopiani (dove si trova anche la Riftt Valley) è piuttosto elevata.

    IGIENE, SALUTE E VACCINAZIONI

    I costi delle cure di livello europeo e degli eventuali rimpatri sanitari sono elevatissimi.  Le strutture medico-ospedaliere richiedono tassativamente, ancora prima dell’accettazione anche per interventi di emergenza, la garanzia di copertura delle spese di degenza.  

    Malattie presenti: le principali malattie endemiche presenti in Kenya sono: amebiasi, giardia, parassitosi intestinale, tifo, epatite A, schigellosi, malaria e colera. Le malattie endemiche più rare sono la bilarzia e la tripanosomiasi (malattia del sonno).  La malaria è presente nella zona costiera, nelle aree prossime al Lago Vittoria e in alcuni parchi, soprattutto durante la stagione delle piogge (marzo-giugno, ottobre-novembre) e immediatamente dopo.  Si consiglia in ogni caso, dietro parere medico, una profilassi preventiva e, qualora si dovessero manifestare sintomi quali febbre alta, dolori alle ossa o influenza in generale, di rivolgersi immediatamente ai medici locali per un'eventuale e specifica terapia antimalarica evitando di ricorrere ad antibiotici generici.  Si segnalano recenti casi di colera e di contagio con acque contaminate.  I focolai sembrano essere limitati alle Contee di Migori e Homa Bay, anche se limitati casi sono stati segnalati anche nella capitale. Si segnala inoltre un focolaio epidemico di chikungunya nel distretto di Mandera Est. Avvertenze: Al fine di evitare infezioni gastro-intestinali si consiglia di: - non mangiare cibi crudi, anche negli alberghi e nei ristoranti; - bere solo bibite in bottiglia o acqua filtrata, senza aggiungere ghiaccio; - evitare di acquistare cibi da bancarelle per strada. Vaccinazioni obbligatorie: il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatorio per i viaggiatori provenienti dai Paesi a rischio di trasmissione della malattia. Esso è richiesto indistintamente anche ai viaggiatori in solo transito aeroportuale presso tali Paesi (es. transito all'aeroporto di Addis Abeba).  In alcuni casi le Autorità aeroportuali hanno permesso la vaccinazione all'arrivo direttamente in aeroporto.

    LINGUA, POPOLAZIONE E RELIGIONI

    Inglese, kiswahili; sulla costa è diffuso l’italiano.  Le religioni più diffuse sono il cristianesimo, nelle varie confessioni protestante, quacchera, cattolica e ortodossa, seguito da Islam e animismo. 

    PATENTE

    Per guidare in Kenya è richiesta la patente internazionale (convenzione di Ginevra 1949 o Vienna 1968).

    STRADA, DISTANZE E PERCORSI

    Assicurazione auto: RC temporanea, ottenibile all'arrivo (presso agenzie nel porto se l'arrivo è via nave o presso altre compagnie assicuratrici o un ufficio dell'AA del Kenya se con arrivo via terra).  Documenti per veicoli importati temporaneamente: è obbligatorio il carnet di passaggio in dogana per veicoli importati temporaneamente.  Ulteriori informazioni qui.  In alternativa, bisogna pagare una cauzione uguale all'importo dei diritti doganali.  Guida a sinistra. Tasso alcolemico: Limite massimo consentito 0,08%.  La guida in stato di ebbrezza è considerata un reato.  Equipaggiamento obbligatorio: cinture di sicurezza, triangolo.

    ABBIGLIAMENTO

    Per i safari consigliamo abbigliamento pesante, maniche lunghe, pantaloni lunghi e scarpe chiuse per la sera; durante il safari di giorno tenete sempre a portata di mano una maglia a maniche lunghe, poichè le jeep sono aperte e quindi il vento si fa sentire; tenete anche a portata di mano un paio di ciabatte o di scarpe aperte comode, poichè le ore da trascorrere in jeep sono parecchie ed è meglio avere i piedi comodi, mentre quando si scende dalla jeep è meglio indossare scarpe da ginnastica o comunque chiuse.  Tenete sempre con voi un repellente antizanzare in spray che vi sarà utile sia durante il game drive che durante le serate.  Per i game drive sotto il sole consigliamo di portare cappello e occhiali da sole.

    SICUREZZA

    La riconciliazione tra la maggioranza e l'opposizione, avvenuta nel mese di marzo 2018, ha radicalmente cambiato la situazione politica del Paese, portando ad una generale distensione del clima politico e sociale e dando un nuovo slancio alle attivita' economiche.  Permane, tuttavia, un livello elevato di criminalita' comune nei maggiori centri urbani (Nairobi e Mombasa) dove possono verificarsi aggressioni, anche a mano armata, senza discriminazione tra cittadini keniani e stranieri.

    CIBO E BEVANDE

    La cucina kenyota è molto vasta e ricca di scelte.  Uno dei piatti tipici (anche se l'origine dello stesso è somala) sono certamente i Sambusa.  I Sambusa sono dei fagottini di forma triangolare ripieni di carne macinata speziata e da vari tipi di verdura che possono variare a seconda della zona in cui vengono preparati.

    ACQUISTI

    Si possono acquistare interessanti oggetti di artigianato, sia in legno che tessuti, dipinti ed anche gioielli.  Nei mercatini presenti sulle strade, nei piccoli negozi posti all'interno dei villaggi o anche ai confini delle spiagge, è possibile acquistare deliziosi oggetti in legno che raffigurano animali della savana, pesci e paesaggi africani.  Vengono tutti intagliati e dipinti a mano e per la loro realizzazione viene utilizzato legno di pregio.

    INFORMATIVA OBBLIGATORIA

    Comunicazione obbligatoria ai sensi dell'art. 17 legge 38/2006: "La Legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione ed alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all'estero."

    ALBUM FOTO

    BLOG, RACCONTI E ARTICOLI

    Un altro Kenya è possibile.  Di Antonello Bacci
    Dici Kenya, e pensi safari. O mare, la costa swahili. Giusto così, sia chiaro, anche perché è così che il Kenya ha voluto farsi conoscere al mondo: leoni e palme da cocco. Allo stesso tempo, però, riduttivo. Perché, tra le tante altre cose, il Kenya è una delle migliori destinazioni di birdwatching al mondo, con oltre 1.000 specie di uccelli e una varietà di habitat con pochi eguali nel continente africano. Quindi, se sei un appassionato, fai quello che ho fatto io a Natale: una telefonata a Pietro, perché quando si parte il primo punto di contatto per me è sempre la Darwin Viaggi, un volo su Nairobi, e qualche mail a uno dei numerosi e bravissimi operatori locali specializzati in birdwatching. Tutto sommato, nulla di particolarmente complicato.



    Ora, la cosa spiazzante è l'itinerario. Perché magari ti aspetti di leggere Masai Mara (spoiler: c'è), Amboseli, Lake Naukuru, Samburu (parco negletto ma assolutamente straordinario), e invece i nomi delle aree da visitare non ti dicono molto. Così inizi a chiederti se davvero ne valga la pena e se non stai andando incontro a una delusione. D'altronde, pensi, se non ci va quasi nessuno un motivo ci sarà. O forse no.



    Si parte, prima tappa Lake Naivasha. Elsamere Lodge, la leonessa Elsa, Nata Libera per chi ricorda ancora la TV in bianco e nero. Bellissimi panorami, risveglio favorito, diciamo così, dal verso delle tantissime aquile pescatrici africane appollaiate sugli alberi. Essendo a sole due ore di macchina da Nairobi, i locali non disdegnano una gita sul lago, che comunque difficilmente potrebbe essere definito come affollato. Come primo impatto, siamo piacevolmente sorpresi dalla varietà e dalla quantità di uccelli, oltre che dalla facilità di avvistamento (peraltro i laghi da questo punto di vista raramente deludono). Neanche il tempo di scendere dalla barca, e via che si risale in macchina. Prossima tappa…



    …Il Masai Mara. Lo avevo già visitato anni fa nello stesso periodo e mi era piaciuto moltissimo, ora lo ritrovo completamente diverso. La stagione delle piogge non è ancora finita quest'anno, il cielo azzurrissimo è venato di nuvole bianche, la temperatura è piacevolmente fresca e si dorme che è un piacere. La stagione, tra l'altro, è ideale: molte specie di uccelli si mostrano nel loro piumaggio nuziale ed è uno spettacolo cui è difficile restare indifferenti. Siamo spesso soli, in giro per il parco, vuoi perché ci addentriamo in zone meno battute (ma non meno belle) o perché la ricerca ossessiva dei felini calamita molte delle macchine negli stessi posti. Tra avvistamenti alati, battute di caccia delle iene, ghepardi sonnolenti e branchi di elefanti le giornate volano, ed è già ora di voltare pagina.



    Misteri del turismo. Perché quando arriva l'ora di pranzo, al Ruma National Park, ci rendiamo conto di essere l'unica jeep nel parco. Intorno a noi, giraffe elefanti e rinoceronti ricambiano il nostro sguardo sconcertato, mentre ci dirigiamo verso una delle poche aree al mondo dove osservare la bellissima antilope roana (non facilissimo, comunque). L'avifauna è clamorosa, e se la coppia di turachi di Ross che ci sorvola ci lascia a bocca aperta il resto degli avvistamenti non è certo da meno. È vero, non ci sono i felini. Ma la famiglia di rinoceronti con cucciolo che ci blocca la strada non ce li fa rimpiangere, per oggi.



    Che il Kenya fosse, in tempi neanche troppo remoti, una colonia britannica è cosa nota. Ma alloggiare al Rondo Retreat Centre, nel bel mezzo della foresta di Kakamega, resta nondimeno un'esperienza straniante a dir poco. Un'affascinante struttura di metà novecento circondata da giardini all'inglese, oggi centro di preghiera, con un ristorante in cui camerieri di colore servono, in guanti bianchi, dell'ottimo cibo inglese (qualcuno avrà colto l'ossimoro). La foresta pluviale ospita primati e mammiferi vari, incluse varie specie di felini teorici (una sottospecie molto diffusa e rarissimamente visibile, spesso presentata come la grande attrazione di numerosi parchi e aree protette). Qui gli orari delle escursioni sono dettati dalla pioggia, che arriva puntuale alle cinque come il tè degli inglesi – e altrettanto fastidiosa. Ma a tutto c'è rimedio: basta sedersi in veranda a guardare i buceri in giardino con una tazza di masala chai per tornare a essere felici.



    Ultimo ma non ultimo, il Lake Baringo. Ennesimo cambio di prospettiva, qui il fondale di scena è arido e secco, arbusti bassi e spinosi (aggettivo che uso a ragion veduta, se capite quello che intendo) e dirupi come scogliere di terra. C'è il lago, bellissimo, che ci regala migliaia di aironi, martin pescatori e tessitori. E poi c'è una savana apparentemente brulla e desolata, terra riarsa e apparentemente inospitale. Disabitata, se non fosse per una coppia di guide locali che come per magia tirano fuori decine di specie di uccelli mai visti prima, fino al gran finale a base di rapaci notturni.



    Il viaggio finisce qui, senza aver nominato neanche en passant i vertiginosi panorami della Rift Valley, gli ippopotami e i coccodrilli del Masai Mara, i gruccioni gli storni e le nettarinie dai colori sgargianti. Un esercizio di natura, condiviso con una coppia di amici e pochissimi altri bipedi. Un modo diverso, ma straordinariamente affascinante, di (ri)scoprire il Kenya.
    LEGGI
    Kenya: Avventura ed emozioni
    Sono passati circa 5 anni dal mio ultimo viaggio in Kenya e se avrete voglia di leggere queste righe, proverò a spiegare con parole ciò che di immenso i miei occhi hanno colto e trasmesso alla mia mente affinché ne custodisse vivo il ricordo. Arrivata all aeroporto di Mombasa già noto le prime differenze con il Nostro Mondo, e mi accorgo che qui la gente sorride, saluta si prende cura di te anche se non ti conosce ed è la prima volta che ti vede e mi fa strano e rifletto sul perché noi civilizzati non sorridiamo mai, siamo sempre arrabbiati anche quando andiamo in vacanza, così scontrosi, ostili con gli altri eppure, penso io, basterebbe solo un  ben arrivato ,  buongiorno ,  arrivederci ! Quindi perplessa e pensierosa mi avvicino al ragazzo del transfer che mi accompagna su un pulmino vecchio e mal messo che una volta raccolto tutti gli interessati, ci avrebbe condotti nella struttura prescelta. Arriviamo in questo piccolo boutique hotel che da subito si capisce essere un ambiente molto accogliente ed intimo…ed anche qui non si fa altro che salutare sempre e comunque a tutte le ore ed in qualsiasi momento. Ad ogni Jambo (questa è la parola in lingua swahili per dire Ciao) sulla mia bocca si stampa un sorriso ed io mi sento meglio. Le giornate qui in questo resort dall atmosfera magica, trascorrono all insegna del relax e dalla pace assoluta, sembra come se il tempo si sia fermato e mi spaventa il fatto che prima o poi dovrò tornare alla vita caotica di sempre, ma questo si sa fa parte del viaggio, quindi cerco di non pensare e continuo a vivere questo sogno. Sapevo che sarebbe stato emozionante e che non sarei potuta ripartire senza aver fatto il safari, d'altronde era stato quello il motivo del mio viaggio quindi non ci penso due volte…domani si parte per lo Twavo Est! Trascorro la notte pensando a quello che avrei visto, un turbinio di immagini confuse scorrevano nella mia mente, animali, colori, luoghi, sensazioni, ero davvero emozionata. La mattina ad attendere me ed altri ospiti del Resort un pulmino anche questo mal ridotto, che in circa 3 ore e mezza ci avrebbe portato al campo tendato dove avremmo trascorso la notte…per quanto io possa essere precisa nel descrivere ogni minimo particolare, non riuscirei a trasmettere le sensazioni che si provano durante un ‘esperienza simile, il safari è il momento in cui ti accorgi di quanto immensa e feroce sia la natura e di quanto si lasci vivere in totale sicurezza purché la si rispetti e ci si avvicini in punta di piedi. Così mentre fai un safari può ascoltare in silenzio il fruscio delle boscaglia mossa dagli animali che si muovo intorno a te, l odore della savana di un colore rosso intenso quasi indelebile, i suoni della natura e tu solo uno spettatore che assiste impotente a questo spettacolo dove i grandi predatori si muovono secondo delle leggi ben precise, le leggi che regolano il ciclo della vita. Ed ecco che, prima di andare a cena, dopo aver concluso una piacevolissima giornata di safari alla ricerca dei Big Five (cosi vengono chiamati leoni, bufali, elefanti, leopardi e rinoceronti), mi trovo ad assistere a quanto di più bello ed unico poteva capitarmi, una scena di caccia che prima di allora avevo visto solo nei documentari in tv: da lontano sette leonesse belle e maestose abbattersi su di un elefante mentre ignaro di ciò che gli stava per accadere, continuava a bere in una pozza d acqua posizionata a circa 10 metri di distanza da noi, probabilmente abbandonato dal branco perché malato. In quel momento avrei voluto urlare a quel povero elefante di andarsene, di girarsi, di scappare, ma nulla siamo rimasti tutti li a bocca aperta e le lacrime agli occhi per l immensa gioia e allo stesso tempo tristezza di assistere ad un evento simile. Il mio safari era terminato, avevo contratto una malattia nota a tutti il mal d Africa! Ora bisognava tornare alla vita reale dove gli animali della savana siamo noi e la savana la città nella quale viviamo fatta anche questa di colori, suoni, persone che nemmeno vagamente ricordano il Paese dai mille volti.
    Chiara Narcisi
    LEGGI
    Umoja, Il villaggio delle donne
    Umoja, così si chiama il villaggio per sole donne situato nella provincia di Samburu, nella regione centrale del Kenya. Il villaggio fu fondato nel 1990 da un gruppo di 15 donne vittime di stupro, violentate da soldati dell esercito britannico, ripudiate dalle famiglie, qui si erano costruite un rifugio. La matriarca del villaggio è Rebecca Lolosoli, della tribú Samburu,fra le fondatrici del nucleo iniziale. Dopo essersi ritrovata in ospedale in seguito all aggressione punitiva di un gruppo di uomini per aver parlato alle donne del villaggio dei loro diritti, Rebecca decise di provare a fondare una comunità tutta al femminile, dove le donne potessero vivere tranquillamente e crescere i propri figli libere dalla paura e dalla violenza patriarcali. Oggi ospita 47 donne. Umoja significa "unità" in Swahili, ed è un posto senza uomini, dove le donne vivono e lavorano tutte insieme in totale autonomia. Il villaggio è organizzato con un capo (una capa) villaggio, il parlamento degli anziani (anziane), e un grande albero al centro di tutto, l'albero della parola sotto il quale le donne tutte riunite prendono le decisioni più importanti. Le donne di Umoja si occupano prioncipalmente di agricoltura, allevamento, gestione di un campeggio per turisti da safari e laboratori artigianali, molti turisti infatti pagano un piccolo biglietto e spesso comprano i gioielli nel piccolo negozio di artigianato perchè è solo attraverso queste entrate che le donne possono guadagnare uno stipendio ed essere indipendenti. Dopo 27 anni dalla fondazione del villaggio il ricordo delle violenze è ancora vivo tra i membri di Umoja, ma nonostante questo le donne non rinunciano ad avere rapporti sessuali. Avere un bambino rimane una priorità per la cultura Samburu, e i figli sono considerati il dono più grande, così si recano negli insediamenti vicini e invitano gli uomini a trascorrere la notte con loro. Alcuni visitano regolarmente il villaggio per aiutare le donne con il bestiame e i lavori più pesanti e capita che abbiano tre o quattro mogli ad Umoja.
    The rights we want:
    "we want to choose our husband"
    "we want to own the land"
    "we want to go to school"
    "we don't want to be cut anymore"
    "we want also to make decision"
    "we want respect in politics, to be leaders"
    WE WANT TO BE EQUAL
    - Rebecca Lolosoli -
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    L'Africa secondo i miei occhi
    Sono passati circa 5 anni dal mio ultimo viaggio in Kenya e se avrete voglia di leggere queste righe, proverò a spiegare con parole ciò che di immenso i miei occhi hanno colto e trasmesso alla mia mente affinché ne custodisse vivo il ricordo. Arrivata all aeroporto di Mombasa già noto le prime differenze con il Nostro Mondo, e mi accorgo che qui la gente sorride, saluta si prende cura di te anche se non ti conosce ed è la prima volta che ti vede e mi fa strano e rifletto sul perché noi civilizzati non sorridiamo mai, siamo sempre arrabbiati anche quando andiamo in vacanza, così scontrosi, ostili con gli altri eppure, penso io, basterebbe solo un  ben arrivato ,  buongiorno ,  arrivederci ! Quindi perplessa e pensierosa mi avvicino al ragazzo del transfer che mi accompagna su un pulmino vecchio e mal messo che una volta raccolto tutti gli interessati, ci avrebbe condotti nella struttura prescelta. Arriviamo in questo piccolo boutique hotel che da subito si capisce essere un ambiente molto accogliente ed intimo…ed anche qui non si fa altro che salutare sempre e comunque a tutte le ore ed in qualsiasi momento. Ad ogni Jambo (questa è la parola in lingua swahili per dire Ciao) sulla mia bocca si stampa un sorriso ed io mi sento meglio. Le giornate qui in questo resort dall atmosfera magica, trascorrono all insegna del relax e dalla pace assoluta, sembra come se il tempo si sia fermato e mi spaventa il fatto che prima o poi dovrò tornare alla vita caotica di sempre, ma questo si sa fa parte del viaggio, quindi cerco di non pensare e continuo a vivere questo sogno. Sapevo che sarebbe stato emozionante e che non sarei potuta ripartire senza aver fatto il safari, d'altronde era stato quello il motivo del mio viaggio quindi non ci penso due volte…domani si parte per lo Twavo Est! Trascorro la notte pensando a quello che avrei visto, un turbinio di immagini confuse scorrevano nella mia mente, animali, colori, luoghi, sensazioni, ero davvero emozionata. La mattina ad attendere me ed altri ospiti del Resort un pulmino anche questo mal ridotto, che in circa 3 ore e mezza ci avrebbe portato al campo tendato dove avremmo trascorso la notte…per quanto io possa essere precisa nel descrivere ogni minimo particolare, non riuscirei a trasmettere le sensazioni che si provano durante un ‘esperienza simile, il safari è il momento in cui ti accorgi di quanto immensa e feroce sia la natura e di quanto si lasci vivere in totale sicurezza purché la si rispetti e ci si avvicini in punta di piedi. Così mentre fai un safari può ascoltare in silenzio il fruscio delle boscaglia mossa dagli animali che si muovo intorno a te, l odore della savana di un colore rosso intenso quasi indelebile, i suoni della natura e tu solo uno spettatore che assiste impotente a questo spettacolo dove i grandi predatori si muovono secondo delle leggi ben precise, le leggi che regolano il ciclo della vita. Ed ecco che, prima di andare a cena, dopo aver concluso una piacevolissima giornata di safari alla ricerca dei Big Five (cosi vengono chiamati leoni, bufali, elefanti, leopardi e rinoceronti), mi trovo ad assistere a quanto di più bello ed unico poteva capitarmi, una scena di caccia che prima di allora avevo visto solo nei documentari in tv: da lontano sette leonesse belle e maestose abbattersi su di un elefante mentre ignaro di ciò che gli stava per accadere, continuava a bere in una pozza d acqua posizionata a circa 10 metri di distanza da noi, probabilmente abbandonato dal branco perché malato. In quel momento avrei voluto urlare a quel povero elefante di andarsene, di girarsi, di scappare, ma nulla siamo rimasti tutti li a bocca aperta e le lacrime agli occhi per l immensa gioia e allo stesso tempo tristezza di assistere ad un evento simile. Il mio safari era terminato, avevo contratto una malattia nota a tutti il mal d Africa! Ora bisognava tornare alla vita reale dove gli animali della savana siamo noi e la savana la città nella quale viviamo fatta anche questa di colori, suoni, persone che nemmeno vagamente ricordano il Paese dai mille volti. Chiara Narcisi
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