Viaggi in Polinesia Francese





Polinesia Francese

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Polinesia Francese
Polinesia, terra leggendaria, luogo dove nacque il mito romantico dei mari del Sud, da sempre ha fatto innamorare di sé migliaia di viaggiatori.  Gauguin scelse le isole della Polinesia come seconda patria e vi trascorse gli anni più fecondi della sua carriera.  Un Paese nel mezzo dell’Oceano Pacifico, formato da cinque arcipelaghi: le Isole della Società, le Marchesi, le Tuamotu, le Gambier e le Australi.  Venite a scoprire la natura e il fascino delle tradizioni di Tahiti, Bora Bora, Moorea, Rangiroa e delle oltre cento isole che formano gli arcipelaghi della Polinesia.  Un mare dalle mille tonalità d’azzurro, disseminato di atolli coperti da palme da cocco, lagune con spiagge di sabbia bianca finissima e alture vulcaniche ricoperte di verde a strapiombo sull’acqua.  Muovetevi in barca tra questi paradisi terrestri o concedetevi un giro in aereo per godere della vista migliore degli atolli e delle isole coralline.  Ad attendervi ci sono il senso di ospitalità e la gentilezza della popolazione locale.  Buon viaggio.
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VIAGGI E TOUR





POLINESIA FRANCESE
8 giorni / 7 notti
Soggiorno mare da € 735

Rangiroa

Rangiroa: Cieli Infiniti.  Situata a un'ora di volo da Tahiti, è un anello di terra emersa, una lunga cintura di isolotti che cingono una meravigliosa laguna interna dai colori straordinari, dal verde giada al turchese, che resteranno impressi per sempre nella memoria di chi li vede.  E' l'atollo più importante dell'arcipelago delle Tuamotu e il secondo maggiore del mondo.  L'unico rumore che si sente è quello delle onde che si infrangono contro la barriera corallina, mentre all'interno gli atolli profumano di mille fiori.  Le lagune brulicano di vita e le acque purissime permettono la coltivazione delle famose perle nere, rare ed uniche al mondo.  Da non perdere: la laguna blu, nata naturalmente all'interno della laguna principale, e la spiaggia dalla sabbia rosa, un'altra meraviglia di questo luogo.  Queste sabbie, che emergono dalla laguna, sono cosparse di minuscoli frammenti di conchiglie che conferiscono loro questa sfumatura peculiare.  Rangiroa rappresenta uno dei luoghi di immersione più belli al mondo; la fauna sottomarina offre uno degli scenari più ricchi per chi ama il mare: squali grigi, mante, pesci napoleone, razze leopardo, barracuda, cernie sono solamente alcune delle varietà che è possibile vedere e avvicinare durante le immersioni.  Stupende sono le gite in canoa, barche a pedali, barche con il fondo di vetro e motoscafi.  Si possono inoltre praticare lo snorkeling, lo sci d'acqua, il parasailing e la pesca alla traina o d'altura.  Le escursioni al santuario degli uccelli, alla fossa degli squali e alla spettacolare foresta di coralli pietrificati saranno per tutti esperienze indimenticabili.
Paradisi Tropicali - Soggiorni Mare




POLINESIA FRANCESE
8 giorni / 7 notti
Soggiorno mare da € 756

Huahine

Huahine, chiamata l'Isola Giardino, è formata da due isole collegate tra loro da un ponte.  E' interamente circondata da una barriera corallina, che racchiude una splendida laguna, da cui emergono numerosi motu dalle spiagge bianchissime.  Una strada percorre interamente il perimetro dell'isola attraversando villaggi e piantagioni di banani, alberi del pane, papaie e manghi.  L'interno è montagnoso, verde e lussureggiante; Huahine è anche famosa per i suoi giardini botanici, di grande interesse naturalistico.  In questa isola si trovano siti archeologici tra i più antichi della Polinesia: è possibile osservare i marae, antichi altari cerimoniali, che testimoniano le basi culturali e religiose di un antico popolo.  La laguna dai colori irreali, da esplorare anche sott'acqua con le sue pareti di corallo, grotte e piante acquatiche, è una delle aree archeologiche più estese della Polinesia francese.  Attività acquatiche, e non solo, abbondano sull'isola: crociere al tramonto, pesca in mare aperto, surf, escursioni a piedi e a cavallo, trekking e kite boarding.  Un luogo incantevole e placido, con negozi, banche, ristoranti, internet cafè e negozi di souvenir.  Isolata e autentica, Huahine ispira i viaggiatori con la magia e il mistero in cui è avvolta.  Bellezza naturale, intensi incontri con la popolazione, infinite possibilità di rilassarsi o di partecipare a eccitanti tour: Huahine è un'isola da vivere e da sentire.
Paradisi Tropicali - Soggiorni Mare

ALLOGGI E HOTEL

INFORMAZIONI E NOTIZIE UTILI

CIBO E BEVANDE

La cucina polinesiana risulta essere leggera e gustosissima: nasce da un incrocio fra la tradizione culinaria francese, cinese e, in minima parte, italiana. Il leggendario albero del pane, o uru, il cocco, le dozzine di varietà di banana tra le quali l inimitabile banana fe'i, i numerosi vegetali come il taro, tarua, ufi o 'umara sono la base della cucina delle isole. Papaya, mango, ananas, angurie, pompelmi, lime e vaniglia sono invece utilizzati per preparare gustosi dessert. E  possibile scoprire i sapori delle isole con pic-nic organizzati sulle spiagge o sulle motu (isolette), dove si gustano i pesci appena pescati come l ume o il pesce imperatore musolungo delle lagune. Disponibile ovunque la cucina internazionale, ma anche francese, italiana, cinese e vietnamita. Il piatto nazionale è il famoso pesce crudo à la Tahitienne.

IGIENE, SALUTE E VACCINAZIONI

La situazione sanitaria in generale è buona nelle isole principali. Nessuna vaccinazione è obbligatoria. Previo parere medico si consiglia la vaccinazione contro l epatite A e B e si raccomanda di bere solo acqua minerale e bibite in bottiglia, senza aggiunta di ghiaccio nelle bevande.

VALUTA

La moneta della Polinesia Francese è il Franco del Pacifico (CFP). La Polinesia fa parte del sistema monetario francese quindi ha corso anche l Euro che viene cambiato dalle banche locali. 1 euro vale circa 118,8 CFP

ABBIGLIAMENTO

Trattandosi di una vacanza prettamente balneare, consigliamo un abbigliamento comodo ed adatto alle vacanze al mare. C'è da dire che, a seconda della struttura in cui si deciderà soggiornare, potrebbe essere richiesto, per la sera, un abbigliamento un po'più formale, specialmente per gli uomini. Sicuramente per una vacanza in Polinesia non dovrete dimenticare un cappello e degli occhiali per proteggervi dal sole e creme solari ad alto fattore protettivo.

FUSO ORARIO

La differenza è di 11 ore in meno rispetto all'Italia, 12h quando in Italia è in vigore l'ora legale.

LINGUA

In Polinesia le lingue ufficiali sono Francese e Tahitiano. Tuttavia, soprattutto sulle isole maggiormente frequentate da turisti, viene parlato anche l'inglese.

CLIMA - QUANDO ANDARE

Le isole polinesiane presentano un clima mite, rinfrescato dalla presenza degli Alisei del Pacifico, con temperature medie intorno ai 27 oC e sono visitabili durante tutto l anno. La stagione è secca da maggio a ottobre, umida da novembre ad aprile. Il periodo più indicato per un viaggio in Polinesia è quello che va da metà aprile fino a metà ottobre, quando il clima è asciutto e fresco.

TELEFONIA

Prefisso per l'Italia: 0039

Prefisso dall'Italia: 00689

ELETTRICITA'

Il voltaggio in Polinesia Francese è 220 V - 60Hz. Le prese di corrente sono su modello europeo continentale per spine a punte rotonde.

STRADE, DISTANZE E PERCORSI

Per spostarsi tra le diverse isole si utilizza il traghetto o l aereo

ACQUISTI

L abilità degli artigiani locali è incredibile: l arte dell intreccio è utilizzata per creare vari prodotti come copricapi, borse e tappeti. Le donne sono famose per la loro abilità in questo tipo di lavorazione e usano fibre vegetali provenienti dall albero del Pandanus, dalla palma da cocco o dall a'eho. Il gusto per i dettagli e l amore per la natura rivive nei sontuosi tifaifai, coperte con motivi etnici o vegetali cucite a mano. L estro artistico è espresso anche attraverso la lavorazione di legno, roccia vulcanica e madreperla per creare sculture (tiki), oggetti decorativi e gioielli. Altri manufatti tipici sono i pareo dai colori vivaci ed i cappelli realizzati con fibre vegetali intrecciate tra di loro. La Perla Nera di Tahiti, infine, gode di fama internazionale ed è la regina delle creazioni di gioielleria della Polinesia Francese.

AMBASCIATA ED UFFICI CONSOLARI

Ambasciata d'Italia competente

Ambasciata d'Italia a Parigi (in Francia)

51, Rue de Varenne

75343 Paris

Tel: 00331 4954 03 00

Fax: 0033 1 4954 04 10

Cellulare di Servizio per emergenze: 0033 6 8025 67 00

e-mail: ambasciata.parigi@esteri.it

sito web www.ambparigi.esteri.it 

Consolato Onorario Tahiti (Polinesia Francese)

Sig. Stefano GROLLI , B.P. 53003

98716 PIRAE, TAHITI (POLINESIA FRANCESE)

Dall Italia: Tel. e Fax. Uff. e dom.: 00 689 89 73 46 04

e-mail: stefano.grolli@mail.pf

VISTO E FORMALITÀ D'INGRESSO

Per l'ingresso in Polinesia Francese è necessario essere in possesso di passaporto con validità di almeno 6 mesi dalla data di rientro, ma, poiché nella maggior parte dei casi, l ingresso in Polinesia Francese avviene transitando dagli Stati Uniti, ci sono alcune ulteriori normative che stabiliscono i documenti di identità validi (modulo ESTA). Si segnala, al riguardo, che lo smarrimento del passaporto durante il soggiorno rende impossibile per il suo titolare il transito di ritorno negli Stati Uniti e, di conseguenza, impone la modifica del proprio itinerario di viaggio con connessi esborsi economici. Per le eventuali modifiche relative alla validità residua richiesta del passaporto si consiglia di informarsi preventivamente presso l Ambasciata o il Consolato del Paese presente in Italia.Il visto non è necessario per un soggiorno di tre mesi.

INFORMATIVA OBBLIGATORIA

Comunicazione obbligatoria ai sensi dell'art. 17 legge 38/2006: "La Legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione ed alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all'estero."



 

ALBUM FOTO

BLOG, RACCONTI E ARTICOLI

La perla nera tahitiana

"LE PRIME SCINTILLE DI LUCE"
La mitologia polinesiana descrive le perle nere come le prime scintille di luce donate dal creatore a Tāne, la divinità che presiedeva i dieci livelli del paradiso. A partire da esse, il dio creò le stelle e poi le consegnò a Ruahatu, il signore degli oceani, affinché potesse illuminare il proprio regno. Poi il dio 'Oro, il guardiano della bellezza, dell armonia e della pace, le regalò alle donne che seduceva. Quando la sua opera fu completa, egli affidò all umanità l ostrica perlifera te uhi tara mea, a ricordo del suo viaggio sulla Terra.

PINCTADA MARGARITIFERA, VARIETÀ CUMINGII
La perla tahitiana proviene dalla Pinctada margaritifera della varietà Cumingii. Quest ostrica perlifera secerne naturalmente pigmenti neri che donano alla madreperla e alle perle da essa prodotte la loro tinta caratteristica. Tipica delle lagune degli atolli polinesiani, la Pinctada margaritifera misura dai 25 ai 35cm di diametro. Allo stato brado, vive attaccata al corallo e si ciba di plankton e di minuscole creature ed alghe che popolano le acque della laguna. Molti osservatori riportano che le popolazioni indigene conoscevano bene questo mollusco molto prima dell arrivo degli europei. Esso era utilizzato per produrre la madreperla con cui erano creati ami e ornamenti, oltre ovviamente a essere ricercato per le sue magnifiche perle.

"PERLE DELLE REGINE"
Allo stato naturale, la perla si forma e si sviluppa attorno a un granello di sabbia, o di un altro corpo estraneo, che si insinua all interno del guscio dell ostrica. Il mollusco ricopre l intruso con vari strati di madreperla che col tempo vanno a formare la perla vera e propria. Un processo che richiede anni ed è estremamente raro. Per poter trovare una perla "naturale" è necessario infatti aprire dalle quindici alle ventimila ostriche perlifere. Dal XIX secolo in poi, la pesca intensiva iniziò inesorabilmente a essere praticata nelle lagune delle Isole Tuamotu e Gambier, non solo per la madreperla, ma anche nella speranza di trovare le famose perle nere. Esse erano così rare e preziose da essere conosciute come "Perle delle regine" e "Regine delle perle".

L ERA DEI PIONIERI
In risposta alla grande difficoltà di reperire perle naturali, fu sviluppata una tecnica per la produzione artificiale. La tecnica dell innesto nelle ostriche perlifere è frutto degli sforzi di tre ricercatori giapponesi dell inizio del XX secolo: Kokichi Mikimoto, il "padre" della moderna perlicoltura che ha ideato la tecnica, in seguito perfezionata da suo genero, Tokishi Nishikawa, e Tatsuhei Mise. Negli anni  60, Jean-Marie Domard, un chirurgo veterinario che operava per l industria della pesca nella Polinesia francese, iniziò a effettuare alcune sperimentazioni sulla Pinctada Margaritifera con le tecniche di innesco sviluppate in Giappone. Ed è così che nacque l industria della perlicoltura polinesiana. I primi esperimenti ebbero luogo nella laguna di Bora Bora e in seguito molti allevamenti sorsero nelle isole di Mānihi, Marutea e Mangareva. Degli anni  80, la perlicoltura conobbe un importante sviluppo. Nel 1976, il Gemological Institute of America riconobbe l autenticità del colore naturale della perla tahitiana di coltura. La The World Jewellery Confederation (Confédération Internationale de la Bijouterie, Joaillerie et Orfèvrerie - CIBJO), le conferì così ufficialmente il nome di "Perla di coltura tahitiana".

INNESTO
L innesto consiste nell inserimento di un nucleo all interno della "sacca perlifera" di un ostrica. Simile a una biglia ma di origine organica, questo nucleo svolge un ruolo paragonabile a quello di un granello di sabbia. Durante il processo di innesto, viene introdotto anche del tessuto organico proveniente da un ostrica donatrice. Per eseguire questa operazione, la conchiglia viene aperta per mezzo di pinze. Se non ci sono problemi, l innesto si svilupperà all interno dell ostrica che, secernendo strato dopo strato la madreperla, coprirà il nucleo e, infine, darà forma a una perla. L innesto, tuttavia, è un operazione molto delicata. Alcune perle possono rigettare il nucleo oppure morire. Solamente 25-30 ostriche ogni 100 producono perle commerciabili. Il lasso di tempo necessario per il completamento della perla è di circa 18 mesi. Agli albori dell industria della perlicoltura polinesiana, questa delicata operazione richiedeva una precisione e una perizia in possesso solamente degli esperti nipponici. Oggi, tuttavia, molti polinesiani hanno appreso questa tecnica ed esiste addirittura una scuola di innesco nell arcipelago Tuamotu-Gambier...

RACCOLTA E ALLEVAMENTO
Il primo stadio della perlicoltura è la raccolta delle larve delle ostriche. Questa operazione viene effettuata da "raccoglitori" che sono in effetti strisce di materiale sintetico sospese a diversi metri al di sotto della superficie delle laguna alle quali le giovani ostriche si attaccano. Questi raccoglitori rimangono in acqua per 1 o 2 anni, producendo ostriche che misurano dai 5 ai 10 cm. In seguito, le ostriche sono legate l una con l altra e vengono rigettate in acqua dove continuano a crescere sino a raggiungere la dimensione giusta per l innesto, ossia dai 9 agli 11 cm. Questa seconda fase richiede dai 3 ai 12 mesi.

RACCOLTA
Dopo la difficile operazione dell innesto, si attendono circa 18 mesi per ottenere una perla. In tutto, si tratta quindi di quasi quattro anni di lavoro. Dopo il primo raccolto, è possibile che venga effettuato un secondo innesto. Se il primo ha prodotto un buon risultato, ciò significa che l ostrica potrebbe essere ancora in buona salute e produrre una seconda perla. Si può arrivare sino a quattro innesti consecutivi. Questo processo incessante scandisce il ritmo della vita all interno di un allevamento.

DIVERSITÀ E PREGIO
La bellezza di una perla dipende da molti fattori: la forma, le condizioni della superficie, il colore, l orientamento, la lucentezza e così via. Le perle di allevamento tahitiane sono conosciute specialmente per il proprio colore e per la grande diversità nelle forme che possono essere circolari, semicircolari, cerchiate, barocche o semibarocche. Le autorità polinesiane hanno identificato cinque livelli di qualità che vanno da "Perfetto" ad A, B, C e D. Ogni 100 ostriche innestate, 25 produrranno una perla commerciabile, ma solo 5 di esse otterranno la classe A. È importante notare che affinché una perla possa essere definita "perla tahitiana di coltura" deve avere uno strato minimo di madreperla di 0,8 mm.

FAMA INTERNAZIONALE
Dopo il turismo, la perlicoltura è la seconda voce nel bilancio della Polinesia francese e la principale esportazione. Questo settore e le aziende ad esso collegate danno lavoro a circa settemila persone, principalmente nell arcipelago Tuamotu, nelle Isole Gambier e nell arcipelago della Società. La perla è divenuta un elemento essenziale nello sviluppo dei primi due arcipelaghi. La maggior parte della produzione è inviata in Asia e negli Stati Uniti a seguito delle aste che hanno luogo principalmente a Papeetē e Hong Kong. Grazie alla loro fama internazionale, le perle di Tahiti sono molto ricercate e vengono utilizzate sia nella moda che nella gioielleria. Dalle classiche collane ad altri tipi di gioielli, la perla di Tahiti è una gemma incomparabile.

QUALCHE CIFRA
9,5 tonnellate di perle prodotte nel 2007
631 colture di perle nel 2008
5.000 posti di lavoro
Prezzo medio, al grammo, delle perle coltivate nel 2007: 1.268 franchi CFP (10,6 euro)
Valore dell esportazione di perle nel 2007: 10,6 miliardi di franchi CFP (88,8 milioni di euro)
Mercati principali di esportazione: Hong Kong/Giappone/Stati Uniti
Principali aree di produzione: arcipelago Tuamotu - Gambier (90% della produzione) Atollo di Ahe, 'Apataki, Aratika, Arutua, Fa'aite, Fakarava, Gambier, Hao, Kātiu, Kauehi, Kaukura, Mākemo, Mānihi, Marutea Sud. Arcipelago delle Isole Sopravento settentrionali (1,5% della produzione) Ra'iatea, Huahine e Taha'a.

LEGGI
Stile di vita polinesiano

Ia Orana, Maeva e Manava: tre parole con le quali i Polinesiano vi accoglieranno.

Fieri delle proprie isole, i polinesiani sono sempre felici di condividere la loro naturale joie de vivre con gli ospiti. Si tratta di una gioia espressa con danze e musiche di tutti i tipi, canti polifonici eseguiti come musica sacra assieme al ritmo delle percussioni degli strumenti tradizionali, il pahu e il toare. Si possono persino sentire melodie di chitarra o ukulele che animano le orchestre locali. Una gioia che i polinesiani esprimono attraverso il tempo libero, che amano utilizzare indulgendo nei propri passatempi preferiti, pescare, fare surf e navigare con le canoe tradizionali, o giocando a va a, lo sport simbolo degli arcipelaghi.

La cultura Polinesiana affonda le proprie radici nelle origini mitologiche dei grandi navigatori ancestrali che si stabilirono sulle isole 3.000 anni fa.È stata tramandata di generazione in generazione grazie ai racconti sacri. Una tradizione orale che si è perpetrata nei secoli, talvolta dimenticata da tutti, ma sempre pronta a ricomparire quando ormai sembrava perduta. In questa tradizione secolare, i cantanti di oggi ripetono i magnifici suoni di canzoni, talvolta sacre, la cui origine si perde nel costante mormorio delle onde che si infrangono contro la barriera corallina. È in questa tradizione che ballerini e ballerine trovano l ispirazione per creare le loro stravaganti coreografie. Ed è sempre in questa tradizione che gli appassionati di va'a (le tradizionali canoe a bilanciere) scoprono l arte di costruire e condurre queste imbarcazioni sull oceano e nelle lagune.

Dalla tradizione proviene l arte delle percussioni con il potente e profondo suono del pahu o la tipica melodia del to'ere, così come la magnifica e complessa arte dei tatuaggi e delle sculture in legno delle Isole Marchesi. Per non parlare dei tiki, grandi statue di pietra che ancora oggi riposano sul fondo delle valli segrete. Nelle rigogliose isole polinesiane, tutti i talenti si armonizzano con le meraviglie della natura, trasformando l artigianato in una vera forma d arte.

LEGGI
La cultura dei tatuaggi

A Tahiti si racconta che l'arte di tatuare abbia un'origine divina. Durante il "Periodo Oscuro", l'arte del tatuaggio è stata creata da due figli del dio Ta'aroa, Mata Mata Arahu e Tu Ra'i Po, che in seguito diventò il protettore delle arti. Le due divinità facevano parte di un gruppo di artigiani che comprendeva Taere, di grande abilità, Hina Ere Ere Manua, la luce sottomessa dal carattere impetuoso, la figlia più anziana del primo uomo, Ti'i, e della prima donna, Hina. Durante la maturità Hina Ere Ere Manua cambiò nome in Pahio e fu rinchiusa dalla mamma per preservare la sua verginità. I due fratelli Mata Mata Arahu e Tu Ra'i Po decisero di sedurla tatuandosi con un motivo chiamato Tao. Maro Mata e riuscirono a incuriosirla a tal punto che Hina riuscì a fuggire dal posto in cui era rinchiusa, presa dalla irrefrenabile voglia di farsi tatuare. Così nacque l'arte del tatuaggio, all'inizio praticata solo dai figli di Ta'aroa, la più importante divinità tahitiana, che si decisero a tramandarla agli esseri umani. Così Mata Mata Arahu e Tu Ra'i Po divennero gli dei del tatuaggio. Gli artisti polinesiani prima di iniziare la cerimonia dei tatuaggi, invocano le due divinità affinché tutto vada bene e, in particolare, i disegni riescano bene. Ancora oggi i tatuatori custodiscono i ritratti delle due divinità all'interno dei loro laboratori. Questa storia sa di mari del sud, di isole tropicali, di mondi lontani.

Questa storia sa di donne bellissime, guerrieri indomabili, navigatori infaticabili. Ma questa storia sa anche di aspre battaglie, conquiste e prepotenze. È la storia del tatuaggio, dal polinesiano tatau che vuol dire "battere" o "marchiare" e indica il picchiettare del legnetto sull'ago per bucare la pelle.

"Decorano i loro corpi con piccole incisioni, o pungendo la pelle con piccoli strumenti fatti di ossa e denti di animale. Le incisioni vengono colmate con una mistura blu scura o nera ottenuta dal carbone di una pianta oleosa. Questa operazione, chiamata dagli indigeni tattaw, lascia un segno indelebile sulla pelle. Generalmente viene applicata ai bambini dai dieci anni in su in diverse parti del corpo". Così scriveva il capitano James Cook nel suo diario The Voyage in H.M.Bark Endeaver, di ritorno dal primo dei tre viaggi, compiuto nel 1771, che gli aveva permesso di scoprire l'isola di Tahiti. La breve descrizione di Cook introdusse il termine tattaw da cui sarebbe derivata la parola tattoo, "tatuaggio" in italiano. Ed è grazie ai ritratti di Sydney Parkinson e alla cronaca di Joseph Banks, anche loro della spedizione, che gli europei imparano a conoscere i corpi tatuati degli abitanti della Polinesia. E pensare che l'arte del tatuaggio era arrivata in Polinesia lungo un percorso di 4.500 anni che, dall'Egitto, ha toccato tutte le regioni dell'Asia. In verità, già prima del 1771 gli abitanti dell'Europa avevano avuto qualche "incontro ravvicinato" con esseri umani tatuati. Nel settembre del 1691, per esempio, i reali d'Inghilterra avevano potuto ammirare come un fenomeno da baraccone il primo uomo tatuato da testa a piedi sbarcato in Europa, il principe Giolo delle Filippine, catturato e trasportato a Londra dal grande pirata ed esploratore William Dampier che, a sua volta, l'aveva comprato dall'ufficiale di marina William Moddy. Il povero principe Giolo venne letteralmente esposto al pubblico a Londra e morì di vaiolo tre mesi dopo. Una piccola rivincita i tatuaggi se la presero qualche anno dopo, il capitano James Cook fu mangiato dagli indigeni hawaiiani nel 1779 e, dieci anni dopo, gli ammutinati del Bounty furono identificati e condannati grazie ai tatuaggi che si erano fatti fare nell'isola di Tahiti. Il tatuaggio inizia dunque a farsi conoscere a occidente, fino a farsi bandire dalla religione cristiana; ormai è una pratica comune tra i marinai e presto lo diverrà tra i carcerati. È forse proprio la diffusione tra persone non considerate proprio di buona famiglia e la presa di posizione della Chiesa che contribuiscono a far crescere la notorietà del tatuaggio, pratica originale e, soprattutto, immorale. Insomma, i ricchi e i nobili della seconda metà dell'800 si fanno tatuare provando lo stesso gusto del proibito di un bambino che ruba le caramelle. Dobbiamo a Edoardo VII la consacrazione del tatuaggio nei salotti buoni. Nel 1862, all'età di 18 anni, il futuro re si fa tatuare una croce sul braccio e, successivamente, anche in altre parti del corpo. Ormai il tatuaggio fa il giro del mondo ed è tempo per George Burchett di diventare il più grande tatuatore inglese. Dopo aver imparato la tecnica durante le sue peregrinazioni nei Mari del Sud, Burchett apre un negozio a Londra e diventa il tatuatore preferito di nobili e reali. Morì nel 1953 a 80 anni, non prima di aver lasciato uno dei testi fondamentali sull'arte del tatuaggio. Il resto è storia dei nostri giorni: da qualche anno l'arte di "marchiarsi" vive un periodo d'oro. Dimenticate le censure religiose e i pregiudizi, ora il tatuaggio rivive insieme alla sua affascinante storia.

LEGGI
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