Viaggi in Sud Africa

Sudafrica

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Dieci (ottimi) motivi per andare in Sudafrica:



1 – Un safari alla ricerca dei Big Five al Kruger National Park, uno dei parchi più belli del continente africano.

2 – Navigare tra foche e balene lungo la penisola del Capo, doppiare idealmente il Capo di Buona Speranza e poi cenare sul Waterfront di Città del Capo, una delle città più cosmopolite e affascinante del continente africano.

3 – Affittare una macchina e guidare tra paesaggi incantevoli, deserti e parchi nazionali, e quando cala il sole fermarvi dove volete e godervi tutti i comfort che solo il Sudafrica può offrire.

4 – Assaporare i meravigliosi vini sudafricani in una cornice di rara bellezza, nella regione dei vini, a pochi km da Città del Capo.

5 – Provare la cucina sud africana. Il Sudafrica è noto anche come “Nazione Arcobaleno” per il suo melting pot culturale. Un mix effervescente che si riflette anche in ambito culinario.

6 – Guidare lungo la Garden Route tra foreste tropicali, lagune, spiagge e altri miracoli della natura.

7 – Conoscere la cultura ancestrale dei San (boscimani). A proposito, sapete che ‘gnu’ (pron. ga-nu) è l’unico vocabolo San che appare nel dizionario italiano?

8 - Il St. Lucia Wetlands, un parco unico al mondo per l’incredibile diversità di ecosistemi che lo compongono, una meta imperdibile per gli amanti del birdwatching.

9 – La spoglia bellezza delle aree desertiche, dal Kgalagadi al Kalahari, sorprendentemente ricche di fauna.

10 – Il decimo motivo, è che ci sono almeno altri cinquanta ottimi motivi per andare a visitare il Sudafrica…
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VIAGGI E TOUR

SUDAFRICA
4 giorni / 3 notti
Soggiorno naturalistico da € 130

Alloggi e Safari al Kruger Park

Il parco Kruger appartiene alla "Kruger to Canyons Biosphere", una zona designata dall'UNESCO come Riserva Internazionale dell'Uomo e della Biosfera. Questa è la più grande riserva naturale del Sudafrica ed è la terza più grande del continente africano. I suoi confini, anche in relazione agli ampliamenti che sono in attuazione e a quelliche sono in progetto, si vanno estendendo ad altri parchi confinanti come il Great Limpopo Transfrontier Park, al Gonarezhou National Park dello Zimbabwe e al Limpopo National Park del Mozambico. Inoltre una vasta area di territori situati a ovest del parco, racchiude una serie di riserve private, tra cui vale la pena di citare il Sabi Sand Wildtuin, il Thornybush Private Game Reserve e il Timbavati Nature Reserve. Alcune riserve private dispongono di territori molto vasti, nei quali vengono svolte le attività di safari a bordo di auto fuoristrada e in alcuni casi anche a piedi. I confini tra queste riserve e il Parco Kruger non hanno alcun tipo di reticolato o delimitazione, lasciando così modo alla fauna locale di muoversi liberamente. I rangers offrono un assistenza qualificata e certificata, maturata dall esperienza quotidiana di intere giornate a contatto con l ambiente naturale del bush.



In un ambiente cosi vasto, che si sviluppa per quasi 100 km da ovest ad est e per oltre 350 da nord a sud, le possibilità di sistemazione sono assai varie. I rest camp ufficiali circa una dozzina, situati all interno del parco, offrono differenti possibilità di sistemazione: dalla vostra tenda a capanni bungalow e cottage con possibilità di servizi, negozi, ristoranti ecc. I lodge localizzati nelle riserve private sono una grande risorsa per quanto riguarda la possibilità di vivere un esperienza a stretto contatto con la natura, in ambienti integrati con il contesto naturale. La qualità del servizio e delle sistemazioni in queste strutture è molto curata, in alcuni casi decisamente lussuosa . Le attività di safari realizzati da queste strutture sono organizzate in modo davvero eccellente ed offrono numerose attività che vi faranno apprezzare appieno l esperienza del safari africano e dell osservazione degli animali.
Viaggi nella Natura - Safari in Africa
SUDAFRICA
8 giorni / 7 notti
Soggiorni Mare da € 630

Mozambico Bazaruto & Isole Quirimbas

Il Mozambico ha dalla sua un litorale di stupefacente lunghezza: 2500 km di coste bagnate dalle correnti calde dell'Oceano Indiano, barriere coralline ben conservate, e soprattutto niente turismo di massa, che qui non è ancora arrivato.  Inoltre le comunità locali, di dieci etnie diverse, sono socievoli e disponibili e vivono per oltre il 60 % (pari a circa 9 milioni di persone) lungo la costa, senza per questo che vi sia un sovraffollamento.  Il mare è il loro principale sostentamento.  I parchi protetti sono abbastanza remoti e poco strutturati e la fauna sta ancora recuperando dopo 30 anni di guerra civile, cessata nel 1992, che però aveva ridotto drasticamente il patrimonio faunistico nazionale a causa dei disordini e della fame.  Oggi il paese sta facendo grandi sforzi di promozione del turismo e delle proprie risorse, che stanno dando buoni frutti, grazie anche agli enormi investimenti da parte del vicino Sudafrica nelle strutture ricettive costiere.  Oltre ad offrire isole subtropicali, acque limpide ricche di una straordinaria fauna marina e clima piacevole - che conosce solo nel mese di febbraio un aumento dei venti e occasionali tifoni, il Mozambico ha spiagge tra le più belle dell'Africa.  



Le isole Quirimbas, arcipelago di 32 isole vicine al confine con la Tanzania (40 km), sono un vero e proprio paradiso in cui rifugiarsi per godere del migliore contesto marino in Mozambico, fatto di pace, fondali incontaminati, corallo e natura intatta.  Lo stato di salute del corallo nel nord del Mozambico, e dell'ecosistema di cui fa parte, è paragonabile a quello della Grande Barriera Corallina Australiana.  I divers di tutto il mondo riconoscono questa destinazione come una delle più appetibili.



L'arcipelago di Bazaruto è situato a circa 10 km dalla costa del Mozambico ed è costituito da 5 piccole isole tropicali.  Al fine di mantenere l'integrità dell'ambiente naturale, l'arcipelago è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1971; l'ecosistema del parco include foreste, savane, aree umide, zone costiere con acque turchesi, spiagge di sabbia bianca e barriere coralline incontaminate.  Ancora sconosciuta al turismo internazionale (è stato recentemente inserito nell'elenco delle 25 top wild destinations dalla rivista National Geographic), quest'area naturale offre un soggiorno a stretto contatto con la natura.  



La Provincia di Nampula, situata nel nord del Mozambico, ha un paesaggio estremamente suggestivo e variegato, ma soprattutto una costa tropicale frastagliata e incontaminata, costellata di piccoli villaggi e magnifici resort sulla spiaggia.  Questa è una regione poco frequentata dai viaggiatori ed è l'antitesi del turismo di massa.  Chi è interessato alla storia e alla cultura dovrebbe includere una visita a Ilha do Moçambique situata a soli 3 km dalla costa.  I portoghesi fondarono un porto e base navale qui nel 1507, e ben presto l'isola divenne un legame di scambio vitale tra l'Asia e l'Europa per gli schiavi, spezie, oro e ceramica.  Per i successivi 400 anni, Ilha do Moçambique è stata la capitale del portoghese orientale dell'Africa.  Una 'città di pietra' sviluppata intorno al porto, con grandi edifici costruiti con roccia corallina.

 
Paradisi Tropicali - Soggiorni Mare

ALLOGGI E HOTEL

INFORMAZIONI E NOTIZIE UTILI

VISTO E FORMALITA' D'INGRESSO

SUDAFRICA

Passaporto: necessario.  Al fine di evitare eventuali contestazioni al momento dell'ingresso nel Paese, si consiglia di viaggiare con un passaporto che abbia comunque validità residua di almeno 6 mesi.  Per le eventuali modifiche a tale norma si consiglia di informarsi preventivamente presso l'Ambasciata o il Consolato del Paese presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio.  Si raccomanda, inoltre, di verificare, prima della partenza, che il proprio passaporto sia perfettamente integro, oltre che dotato di due pagine contigue bianche.  Le Autorità locali, infatti, sono sempre più ferme nel negare l'accesso agli stranieri che non siano in possesso di un documento con tali caratteristiche.  La conseguenza del mancato ingresso nel Paese comporta l'arresto alla frontiera ed il rimpatrio, ad opera della stessa compagnia aerea, con il primo volo disponibile. Viaggi all estero dei minori: Dal 1 giugno 2015 ogni minore sudafricano e/o straniero in arrivo, transito o partenza dal territorio sudafricano deve viaggiare munito di un proprio passaporto e di una copia autenticata e tradotta dell atto di nascita integrale (Unabridged Birth Certificate) o di un documento ufficiale equivalente, dal quale si possano dedurre i dati anagrafici dei genitori.  Una specifica esenzione dal requisito dell'Unabridged Birth Certificate e prevista per i Paesi che emettano passaporti in cui siano gia riportate le generalita dei genitori, quale e il caso italiano, per i minori fino a 14 anni.  A norma di legge, quindi i cittadini italiani minori di 14 anni, titolari di regolare passaporto in cui figurino le generalità dei genitori, sono esentati dalla presentazione dell'atto di nascita integrale.  Si raccomanda in ogni caso di verificare preventivamente con le compagnie aeree la corretta applicazione dell'esenzione per il caso italiano, per evitare spiacevoli malintesi al momento del check-in all aeroporto.  Più complessa la procedura prevista nel caso in cui il minore viaggi accompagnato da un solo genitore, da un tutore, o non accompagnato: il minore dovrà essere in possesso di una dichiarazione giurata (in forma di affidavit) riportante il consenso dei genitori, oltre che, in caso di minore non accompagnato, dell'espressa assunzione di responsabilità da parte della persona incaricata di accoglierlo all arrivo a destinazione. Si consiglia quindi di informarsi debitamente prima di intraprendere il viaggio, consultando la normativa pubblicata sul sito del Ministero dell'Interno sudafricano a questo link.

Visto d'ingresso: necessario.  Fino a 90 giorni di permanenza nel Paese il visto viene rilasciato direttamente al momento dell'arrivo in frontiera. Per soggiorni superiori a 90 giorni occorre richiedere il visto d'ingresso all'Ambasciata del Sud Africa a Roma, previa autorizzazione del Ministero degli Affari Esteri a Pretoria.  I viaggiatori che lasciano il Paese dopo la scadenza del visto, sono soggetti a stato di fermo, detenzione e al pagamento di ammende.

Per le informazioni più aggiornate su passaporto, visti, formalità doganali e informazioni valutarie cliccate qui. Sarete reindirizzati alla pagina della Farnesina Viaggiare Sicuri, che viene costantemente revisionata e offre informazioni aggiornate in tempo reale.



MOZAMBICO

Passaporto:
 necessario, con validità residua di almeno sei mesi.  E’ indispensabile che il proprio passaporto abbia almeno due pagine in bianco.

Visto d’ingresso: necessario, da richiedere, prima della partenza, all’Ambasciata della Repubblica del Mozambico a Roma.  E' possibile, in linea di principio, richiederlo anche in frontiera per motivi di solo turismo (massimo due ingressi e 30 giorni di presenza sul territorio) dall'entrata in vigore del Decreto del Consiglio dei Ministri n. 3/2017.  Occorre tenere presente tuttavia che, nella pratica, tale provvedimento non è sempre applicato in maniera uniforme.  Per cui il visto presso l'Ambasciata del Mozambico a Roma resta preferibile.  Il visto presso l'Ambasciata è anche richiesto obbligatoriamente da alcune linee aeree per consentire l'imbarco, si prega dunque di voler verificare tale circostanza con la propria linea aerea prima del check in.  Qualora si volessero visitare anche i Paesi limitrofi con successivo ritorno in Mozambico, si suggerisce di richiedere direttamente all’Ambasciata del Mozambico a Roma un visto d’ingresso multiplo.  Si segnala tuttavia che il visto multiplo, pur consentendo di entrare ed uscire più volte dal Mozambico, permette un soggiorno della durata massima di 30 giorni, al termine del quale vi è l’obbligo di uscire dal Paese senza possibilità di proroghe o rinnovi.  Per chi voglia recarsi in Sud Africa, si fa presente che la frontiera terrestre (Ressano Garcia) è abitualmente aperta nella fascia oraria 6.00-22.00, mentre la frontiera per lo Swaziland (Namaacha) nella fascia 7.00-20.00.

Per le informazioni più aggiornate su passaporto, visti, formalità doganali e informazioni valutarie cliccate qui.  Sarete reindirizzati alla pagina della Farnesina Viaggiare Sicuri, che viene costantemente revisionata e offre informazioni aggiornate in tempo reale.

FUSO ORARIO

La differenza di fuso orario con Sudafrica, Mozambico, Lesotho e Swaziland è di 1 ora in più rispetto all'Italia durante l'ora solare, nessuna differenza di fuso orario quando è in vigore l'ora legale.

 

MONETA

SUDAFRICA

La moneta locale è il Rand (ZAR), suddiviso in centesimi.  Per una quotazione aggiornata del cambio EUR-ZAR, cliccate qui.  Le carte di credito sono praticamente accettate ovunque, ed anchei bancomat (quelli facenti parte del circuito internazionale CIRRUS) sono accettati e funzionanti.  L’importazione di valuta locale è limitata a 5000 Rand, mentre per l’importazione di valuta straniera non esistono limiti.  Si consiglia, in ogni caso, di dichiarare la valuta posseduta al fine di evitare contestazioni in uscita dal Paese.  L’esportazione di valuta è consentita per somme non superiori a quelle dichiarate.  L'esportazione di monete d'oro, collezioni di monete antiche, francobolli, oro grezzo ed imitazioni di banconote sudafricane deve essere accompagnata da una autorizzazione da richiedere presso il “General Manager Exchange Control Department South African Reserve Bank “, P.O. Box 3125, Pretoria 0001.  Per informazioni relative alla documentazione necessaria per l’importazione o l’esportazione di altri prodotti occorre rivolgersi direttamente alle Autorità diplomatico-consolari presenti in Italia o presso i competenti uffici in loco.  Si ricorda che è vietata l’importazione di: droghe e stupefacenti, armi da fuoco automatiche, militari o non identificate, esplosivi, fuochi artificiali, pubblicazioni od oggetti di carattere osceno o pornografico, pubblicazioni od oggetti di natura sediziosa, veleni o sostanze tossiche.  Ogni commento inopportuno o osservazione ironica su controlli e procedure di sicurezza aeroportuale può essere considerato dalle Autorità sudafricane come una minaccia alla sicurezza, e sanzionato ai termini di legge.



MOZAMBICO 

lLa moneta locale mozambicana si chiama Metical (MZN); per una quotazione aggiornata del cambio EUR-MZN, cliccate qui.  Le carte di credito sono generalmente accettate nei principali alberghi, ristoranti e centri commerciali.  La carta più usata in Africa australe è la VISA.  Anche la Mastercard è generalmente accettata, molto meno diffusi gli altri circuiti (Amex, Diners).  Si consiglia, tuttavia, in previsione di spostamenti all’interno del Paese, di possedere sufficiente denaro contante in Euro e/o in dollari USA, che possono essere cambiati in valuta locale presso banche e uffici di cambio.  Si rammenta che è proibita l’importazione e l’esportazione di denaro contante che superi l’ammontare di 5.000,00 USD, così come, l’importazione di profumo che ecceda i 500 ml, 20 pacchetti di sigarette e l’importazione di piante.  All’ingresso nel Paese, le Autorità doganali spesso perquisiscono i bagagli alla presenza del proprietario.



LESOTHO E SWAZILAND

Le monete ufficiali dei Paesi sono rispettivamente il loti (maloti al plurale) per il Lesotho, e il lilangeni (emalangeni al plurare) nello Swaziland.  In entrambe i paesi vengono comunemente accettati i Rand (moneta al quale entrambe le valute sono legate con un cambio, indicativo, di 1 a 1) e potrà tranquillamente accadere che voi paghiate in rand e vi venga dato il resto in moneta locale.  Per quanto concerne invece i bancomat, solo un paio di sportelli accettano carte internazionali, mentre le carte di credito possono essere utilizzate solo nei grandi esercizi turistici.

TELEFONIA

SUDAFRICA

Il prefisso internazionale del Sudafrica è 00264.  Per chiamare l'Italia dal Sudafrica digitare il prefisso 0039.  La telefonia mobile è attiva in tutto il Paese.  L'importazione di telefoni fissi o portatili è vietata.



MOZAMBICO

Il prefisso internazionale del Mozambico è 00258.  Per chiamare l'Italia dal Mozambico digitare il prefisso 0039.  La copertura cellulare (voce e dati) è garantita su rete mCell GSM 900/1800 da Vodacom Mozambique GSM 900/1800.

CLIMA

SUDAFRICA

Il Sudafrica gode di un clima favorevole tutto l'anno, con inverni miti ed estati calde e secche.  Le stagioni sono invertite rispetto all emisfero boreale: il periodo invernale va da giugno a settembre, quello estivo da dicembre a marzo.  Grazie alla sua posizione subtropicale e a un altopiano interno che favorisce le condizioni temperate, il Sudafrica è visitabile 12 mesi l'anno.  Le temperature hanno una media tra 28°C e 8°C.  Le precipitazioni medie sono al di sotto dei 500 millimetri l'anno e il Paese registra una media di 8,5 ore di luce al giorno.  Il Sudafrica è, infatti, uno dei paesi al mondo con la più alta percentuale di giornate di sole all'anno ed è praticamente privo di stagione delle piogge.  Le condizioni climatiche variano leggermente a seconda della zona: generalmente vanno da un clima mediterraneo nell'angolo sud-occidentale ad un clima temperato nell'altopiano interno, e subtropicale a nord-est.  Una piccola regione nel nord-ovest è invece caratterizzata da un clima desertico.

In estate il caldo può diventare eccessivo, soprattutto nel Lowveld (o basso veld, la stretta pianura costiera).  Alle altitudini più elevate la temperatura è piacevole anche in estate; tuttavia le zone montuose sono soggette alla pioggia e alla nebbia.  Le regioni nordorientali possono essere sgradevolmente calde e umide, ma lungo la costa orientale si possono fare i bagni di mare durante tutto l'anno.  Complessivamente, il Sudafrica è una destinazione ideale tutto l'anno: esistono però periodi più favorevoli in funzione del tipo di viaggio e degli interessi.



MOZAMBICO

Le condizioni climatiche sono quelle tipiche dell’emisfero Australe: clima caldo umido durante la stagione delle piogge (novembre-marzo), clima caldo secco nei bimestri aprile – maggio e settembre – ottobre; clima fresco temperato da giugno a settembre.  Il mese di luglio è solitamente il più freddo, con cali improvvisi della temperatura, specie durante la notte, che può raggiungere anche i 5-8° C.

IGIENE, SALUTE E VACCINAZIONI

SUDAFRICA

La situzione sanitaria del paese è decisamente buona rispetto ad altri stati africani e le strutture mediche, quelle private, sono in grado di offrire prestazioni di buon livello.  Gli ospedali pubblici sono considerati scarsamente affidabili.  Non si riscontrano particolari difficoltà nel reperimento dei maggiori farmaci in commercio.  Non ci sono grandi precauzioni da prendere (nelle grandi città sia acqua corrente che cibo non presentato particolari probelmatiche) anche se, per eccesso di sicurezza, è consigliabile bere sempre bevande in bottiglia, non utilizzare ghiaccio ed evitare cibi poco cotti.  Inoltre si raccomanda di curare bene l'igiene personale e di portare con sé farmaci standard che potrebbero rivelarsi utili.  Il rischio malaria è da tenere in considerazione in alcune aree quali la parte orientale del Limpopo (incluso il Kruger Park), dello Mpumalanga e nell’area nord-orientale del KwaZulu-Natal (in particolare la zona delle "Wetlands" intorno a Saint Lucia), specialmente nel periodo da ottobre a maggio.  Sono presenti l’epatite A e B, la tubercolosi, il tetano, la febbre tifoide, la meningite, il morbillo, la varicella e la pertosse.  La bilharziosi (presso fiumi e laghi d'acqua dolce, nei quali è preferibile non bagnarsi) e la rickettosi (febbre da zecche).  Si sono inoltre registrati, in passato, casi di colera, di influenza H1N1 e in alcune aree remote un ceppo di TBC resistente agli antibiotici.  Al momento non si registrano casi di contagio da virus Ebola.

Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.  Ai viaggiatori provenienti da aree in cui la febbre gialla è endemica, o comunque dai Paesi a rischio di febbre gialla, viene richiesto al momento dell'ingresso nel Paese il certificato comprovante l'avvenuta vaccinazione. Dal 1° ottobre 2011 a tutti i viaggiatori provenienti da e diretti in Zambia, in aggiunta ai Paesi a rischio di febbre gialla, è richiesto di esibire il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla (in mancanza di un certificato di esonero).  Si consiglia di verificare con le Autorità diplomatico-consolari sudafricane in Italia la lista dei Paesi considerati a rischio di febbre gialla.



MOZAMBICO

Le precarie condizioni igienico-sanitarie hanno subito un discreto miglioramento nella capitale.  Le strutture sanitarie, in particolare quelle private, sono in grado di assicurare la diagnosi e la cura delle più comuni patologie, compresa la malaria.  Alcune strutture sanitarie private, seppure a prezzi molto onerosi, sono in grado di provvedere all’evacuazione sanitaria in Sud Africa, ove esistono centri idonei ad effettuare interventi sanitari di maggior rilievo.  Su tutto il territorio del Paese è presente la malaria di tipo clorochinoresistente.  Si suggerisce, pertanto, previo parere medico, una profilassi antimalarica presso i centri specializzati, sconsigliando quella a base di sola clorochina.  In ogni caso ove dovesse insorgere uno stato febbrile o dolori alle articolazioni si raccomanda di sottoporsi immediatamente ad un test per la ricerca del “plasmodio della malaria” che può essere effettuato in Mozambico presso qualsiasi centro sanitario.  Si consiglia nei tre mesi che seguono il rientro in Italia, qualora insorgessero i suddetti sintomi, di far presente al medico di fiducia di essere di ritorno da un viaggio in Mozambico.  In generale nelle regioni interne, nelle zone rurali del centro ed in quelle del nord del Paese sono presenti a carattere endemico le seguenti malattie: malaria, meningite e tubercolosi, epatite, colera, dissenteria ed altre malattie gastrointestinali.  In particolare, la regione centrale interessata a Marzo 2019 dal passaggio del ciclone Idai (province di Sofala e Manica in primis) risulta attualmente interessata da focolai infettivi importanti, tra i quali il colera.  Questa area (capoluoghi Beira e Chimoio) deve considerarsi sconsigliata per i viaggi.  E’ rilevante, inoltre, il problema dell’Aids.

Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.  Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatorio per i viaggiatori di età superiore ad un anno provenienti (o anche soltanto in transito) da Paesi a rischio di trasmissione della malattia.  Coloro che fossero sprovvisti del suddetto certificato, dovranno sottoporsi alla vaccinazione,a pagamento, direttamente in aeroporto, presso il Servizio Nazionale di Salute.

 

LINGUA, POPOLAZIONE E RELIGIONI

SUDAFRICA

In Sudafrica esistono 11 lingue ufficiali.  Le più diffuse sono inglese (lingua veicolare, diffusissima in tutte le principali località ad eccezione delle aree rurali più remote), afrikaans, zulu e xhosa.  La religione più diffusa è la religione cristiana, con prevalenza di protestanti e una minoranza di cattolici.  Poco meno di un terzo della popolazione segue riti tradizionali ed animisti.  Sono inoltre presenti anche ampie comunità indù ed islamiche.

Il calendario delle festività hasubito grandi mutamenti dopo le elezioni del 1994.  Per esempio, il Giorno del Voto, che ricordava il massacro degli Zulu, è diventato la Festa della Riconciliazione (16 dicembre).  Il Soweto Day, che ricordava le rivolte studentesche che portarono alla liberazione dei neri e che seppure ufficialmente ignorato era una ricorrenza abbastanza osservata, viene ora celebrato come Festa della Gioventù (16 giugno). 

Il National Arts Festival ha luogo a Grahamstown nella Provincia del Capo Orientale ogni anno a luglio.  Accanto alle mostre d'arte e agli spettacoli operistici e teatrali convenzionali, la manifestazione riserva uno spazio agli artisti d'avanguardia e ai gruppi di studenti.  Si rappresentano spettacoli teatrali in quasi tutte le lingue parlate in Sudafrica.



MOZAMBICO

La lingua ufficiale del Mozambico è il portoghese, anche se nelle varie province si parlano le lingue locali.  L’uso dell’inglese e’ diffuso nelle principali località turistiche. La composizione religiosa è molto varia: il 30% della popolazione è cristiano, di cui il 19% cattolico, e il restante 11% protestante nelle varie confessioni (metodista, presbiteriana, anglicana, ecc).; il 23% della popolazione è musulmana; diffusissimo l'animismo (47%).

PATENTE

SUDAFRICA

Viene accettata la patente italiana conforme al modello dell'Unione Europea, ma per noleggiare un veicolo è necessaria la patente internazionale (modello Convenzione di Vienna 1968 o Ginevra 1949).



MOZAMBICO

Per guidare in Mozambico è sufficiente la patente italiana in corso di validità.

TRASPORTI

SUDAFRICA

Esiste un’ottima rete stradale urbana e interurbana, mentre le vie di comunicazione al di fuori dei circuiti principali non sempre sono adeguatamente mantenute.  Il tasso di criminalità elevato impone inoltre di adottare una serie di precauzioni anche spostandosi in automobile.  Alto è poi il numero di incidenti stradali e si consiglia pertanto di pianificare con attenzione gli spostamenti, evitando le ore notturne.  Le ottime condizioni della rete stradale rendono il Sudafrica una destinazion dove guidare in autonomia è piuttosto semplice oltre che un'ottima soluzione per visitarlo al meglio; bisogna solo ricordarsi che la guida è al contrario rispetto alla nostra (guida all'inglese) e che è possibile fare rifornimento pagando solo in contante.  L'assicurazione RC è obbligatoria e la garanzia deve essere illimitata. Il premio d'assicurazione RC è compreso nel prezzo della benzina.  Se desiderate invece spostarvi con mezzi pubblici, in Sudafrica gli autobus non sono economici; meno cari sono i minibus taxi.



MOZAMBICO

I mezzi pubblici e privati di trasporto sono in pessimo stato di manutenzione, tuttavia garantiscono gli spostamenti lungo tutto il territorio mozambicano.

Dopo diversi anni in cui i vettori aerei del Mozambico risultavano banditi dai cieli dell’Unione Europea, il 16 maggio 2017 la Commissione Europea, nel quadro del periodico aggiornamento della “EU Air Safety List”, ha rimosso  tutte le compagnie aeree del Paese dalla lista delle compagnie non europee che non rispettano gli standard internazionali di sicurezza.  Al momento la LAM,  principale compagnia locale con regolari voli di linea tra la capitale Maputo e le altre principali città del Paese, effettua collegamenti internazionali soltanto a livello regionale, diretti verso alcuni paesi limitrofi.

ABBIGLIAMENTO

SUDAFRICA

A seconda del tipo di viaggio e del periodo/zona che visiterete, l'abbigliamento potrebbe un minimo variare.  Sicuramente una delle cose che vi porteranno a visitare il Paese sarà conoscere alcuni dei parchi; in questo caso, come per tutti i game drive, abbigliamento comodo con tessuti principalmente di cotone e lino in colori mimetici, scarpe da trekking, cappello ed occhiali da sole, binocolo e repellenti contro gli insetti.  Non dimenticate le escursioni termiche, quindi una giacca e/o felpa non bisogna dimenticarla e un kway potrebbe fare la differenza inc aso di pioggia.  Per visitare le città invece basta un abbiglamento informale e comodo, con calzature adatte a camminare.



MOZAMBICO

Per visitare il Mozambico è consigliato un abbigliamento pratico e sportivo, con capi più pesanti per la sera, con maniche lunghe e pantaloni lunghi per difendersi dalle zanzare; cappellino, occhiali da sole e creme protettive, costume da bagno, repellenti per insetti completeranno il vostro equipaggiamento da viaggio. 

CIBO E BEVANDE

SUDAFRICA

Non si può negare che la cucina sudafricana risenta inevitabilmente dei vari tipi di cultura che abitano il paese (europei, asiatici, africani) e che con i passare del tempo spesso si sono uniti. Tra i piatti che potremmo definire tipici troviamo il "biltong" (carne secca), i "rusk" (biscotti) le "boerewors" - salsicce piccanti) o il "potjiekos"(stufato di carne e verdure). Verso Città del Capo non mancano i saporti asiatici (di provenienza malese) come, verso Durban, troverete gusti più indiani a base di curry. Sicuramente il piatto più diffuso del Paese è comunque il "mealie pap" (porridge di mais). Nonostante il paese sia bagnato dal mare, il pesce non ha un grande ruolo nella cucina locale. Per quanto concerne le bevande, va detto che la birra è la bevanda nazionale e che anche la produzione di vino ha portato ad ottimi risultati con prodotto di buon livello.



MOZAMBICO

L'uso del "piri piri" (peperoncino) rende la cucina del Mozambico molto saporita.  Una specialità da assaggiare assolutamente è il "matapa" (foglie di manioca cotte con una salsa di amendoins (arachidi, a volte con l'aggiunta dei gamberetti).  Il pesce è prelibato, e viene cucinato fritto o alla griglia; nella parte settentrionale del paese è forte l'influenza indiana. e il pesce viene spesso servito come piatto unico insieme al semplice arroz (riso).  Non mancano la galinha (pollo) grigliato e le batatas (patate) fritas o cozidas.  La frutta è ottima, specialmente la papaya, il mango, le banane rosse e i gustosissimi cajoux (anacardi).

ACQUISTI

SUDAFRICA

Un po'ovunque è possibile acquistare oggetti artigianali, ma in Sudafrica solitamente sono più cari che in Lesotho o Swaziland.  Si trovano spesso sculture lignee che rappresentano animali e/o uomini, ma va detto che, nonostante alcune siano davvero belle, non fanno parte dell'artigianato tradizionale.  Le ceramiche, le perline e le ceste Zulu sono di buona fattura e regali interessanti.



MOZAMBICO

I coloratissimi mercati locali vi consentiranno di acquistare pregiati oggetti di artigianato locale: tra gli oggetti suggeriamo ceramiche, sculture lignee, strumenti musicali e gioielli lavorati a mano.

INFORMATIVA OBBLIGATORIA

Comunicazione obbligatoria ai sensi dell'art. 17 legge 38/2006: "La Legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione ed alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all'estero."

ALBUM FOTO

BLOG, RACCONTI E ARTICOLI

Drakensberg. Sulle spettacolari "Montagne dei draghi" al confine tra il Natal e il Lesotho
Coste e savane assolate, foreste di pini e protee in fiore.  Leoni e balene, rinoceronti e pinguini.  Paese di splendore e contrasti, il Sudafrica include anche un'ampia scelta di montagne. Le più alte sono i Drakensberg, che segnano il confine tra il Natal e lo stato indipendente del Lesotho,  Devono il loro nome ai primi trekker boeri, che li hanno battezzati Drakensberg, "Le montagne dei draghi".  Gli Zulu li chiamavano, e li chiamano ancora, Quathlamba, "La barriera di lance".  Qui, anche l'appassionato di montagne esigente e più esperto si sente a casa. Con le sue pareti e le sue vette isolate, la catena più alta e spettacolare del Sudafrica raggiunge i 3400 metri di altezza e offre a chi la visita una straordinaria successione di pareti rocciose, profondi valloni scavati dai torrenti e dai fiumi, grotte utilizzate per secoli come riparo dalle tribù di cacciatori della zona e decorate con interessanti dipinti dagli artisti del passato.  Sui sentieri, le sorprese sono ovunque numerose.  Salendo verso l'altopiano che ospita le sorgenti del Tugela, il grande fiume degli Zulu, l'apparizione di un gipeto è uno straordinario benvenuto nel massiccio: molti altri avvoltoi si lasceranno avvistare più avanti.  In alto, sui pascoli, è facile incontrare i rheebok, delle piccole ed eleganti antilopi, impegnati a pascolare sui prati. Anche i babbuini sono comuni sui Drakensberg.  Disturbata dai nostri passi, sul sentiero verso le scale metalliche del Mont-aux-Sources, una tribù di queste scimmie sceglie come via di fuga un diedro almeno di quarto grado.  Dai bassopiani del Natal e del Qwazulu, i Drakensberg sembrano sbarrare l'orizzonte.  Qui, in vista delle rocce bizzarre della catena, si sono succeduti per oltre settant'anni gli scontri e le battaglie più cruenti della storia del Sudafrica. 



Nel febbraio 1838, una colonna di coloni boeri provenienti dal Capo alla fine del loro "Grande Trek", fu massacrata dagli Zulu del re Dingane a Weneen.  Dieci mesi dopo, i coloni si presero la rivincita sul fiume Nkome, da allora ribattezzato Blood River.  Nel 1879, un esercito Zulu di 25.000 uomini attaccò di sorpresa il campo dell'esercito britannico a Isandlwana, massacrando tutti i difensori e infliggendo agli eserciti della regina Vittoria una delle più pesanti sconfitte mai subìte dai bianchi colonialisti in Africa.  Più tardi, nelle due guerre anglo-boere, furono le due "tribù" bianche del Sudafrica a combattersi tra le assolate colline della terra degli Zulu.  Le montagne, però, sono sempre rimaste un luogo di pace, oltre che il confine tra due mondi ben diversi tra loro.  Estesa su 200 chilometri e più, la catena è in realtà l'orlo con cui l'altopiano del Lesotho - un mondo di rocce, alti pascoli e boschi - che si affaccia sulla pianura del Natal, sulle lontane spiagge intorno a Durban e sulle savane di Umfolozi, di Hluhluwe e di Mkuzi, popolate da rinoceronti, gnu, giraffe e zebre. Sui fianchi delle montagne, le nuvole dell'Oceano Indiano si trasformano in pioggia.  Grandi pareti di arenaria, pinnacoli bizzarri, canyon formano un paesaggio straordinario.  Sull'altopiano, gli elicrisi ricordano Kilimanjaro e Kenya.  A valle, ripari e grotte di roccia conservano antilopi, elefanti e guerrieri dipinti dai San, le tribù della montagna spinte verso l'estinzione dall'arrivo delle nuove etnie nere e bianche. Alcune vette dei Drakensberg (tra queste il Mont-aux-Sources da cui nascono il Tugela, l'Elands River e il Khubedu) sono semplicemente l'orlo dell'ondulato altopiano del Lesotho.  Altre invece (tra queste il Sentinel Peak 3165 metri, il Cathedral Peak 3004 metri, lo Champagne Castle 3377 metri) sono torri staccate e imponenti.  Non mancano le guglie e i monoliti come il Devil's Tooth, The Sentinel e The Bell: formate da friabile arenaria, queste cime non sono però particolarmente attraenti per gli alpinisti. Numerose invece le mete per chi cammina.  Nel Royal Natal National Park (la zona più a nord) si raggiungono le gole del Tugela e le pareti dell'Anfiteatro. 



Dal vicino homeland del Qwa Qwa si raggiunge l'altopiano del Mont-aux-Sources. Il Cathedral Peak Hotel e il Cathkin Park Hotel sono base per le salite al Cathedral Peak e allo Champagne Castle, le vette più belle tra quelle accessibili senza difficoltà.  Nella Giant's Castle Nature Reserve, più a sud, vi sono le più belle pitture San in grotte e ripari naturali.  Nelle valli, una serie di comodi (e in qualche caso lussuosi) alberghi ospita fin dall'inizio del secolo visitatori provenienti da Johannesburg, Durban e dal resto del paese.  Molte sono le possibilità anche per l'appassionato di trekking.  Tra gli itinerari migliori, suggeriamo il Two Passes Hike, sempre in vista del Cathedral Peak, e il meno impegnativo Two Huts Trail ai piedi del Giant's Castle.  Entrambi richiedono 3-4 giorni.  Altre possibiltà esistono un po' ovunque nella catena e in particolare tra il Royal Natal National Park e il Mont-aux-Sources.  [...] P



er gentile concessione di Stefano Ardito, articolo incluso nel volume "Trekking in Africa. Guida ai migliori itinerari", Vercelli, White Star, 1996, pp. 160-162 
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La cucina sudafricana: un arcobaleno di sapori
Il Sudafrica è noto per essere un paese multiculturale, dove alle tradizione africana si affiancano influenze non solo europee (olandesi, inglesi, portoghesi) ma anche asiatiche. Questa multiculturalità si riflette nei vari ambiti della vita quotidiana della nazione e ovviamente anche a tavola! La cucina sudafricana è infatti il risultato della commistione dei diversi sapori, odori, colori e tradizioni provenienti dalle varie etnie e culture che hanno disegnato il volto di questa nazione, e proprio come lo stesso Sudafrica essa è dunque variegata, multiforme e coloratissima!
Al centro della tavola sudafricana sta il mais, alimento che per lungo tempo è stato fonte di sostentamento per la comunità nera, e che viene consumato in ogni forma, dai porridge alla polenta, includendo la classica pannocchia arrostita alla brace. La carne alla brace, o come chiamano il barbecue qui, braai, è un altro must della cucina sudafricana, con grigliate che includono i tipi di carne più svariati: non soltanto le pregiatissime carni di bovino - da animali allevati esclusivamente all aperto - paragonabili alle più famose carni argentine, ma anche cacciagione varia e carni più insolite quali struzzo, facocero e persino coccodrillo! La carne è inoltre protagonista anche di molti stufati, preparati secondo la tradizionale, lunga cottura sui carboni ardenti di derivazione boera, che prevede l uso di una padella a tre piedi, il potjie. Nella ricetta del potjiekos la carne è cotta per ore assieme a verdure assortite (carote, cavoli, zucca) e riso o patate. Qui come in praticamente ogni altro tipo di preparazione viene impiegata una gran varietà di spezie profumatissime; il massiccio uso di spezie che caratterizza la cucina sudafricana è un eredità malese, e risale agli albori del periodo coloniale.

Ma un paese come il Sudafrica, bagnato da ben due oceani, non può non aver raffinato l arte di cucinare il pesce, che infatti si può trovare sempre freschissimo praticamente ovunque. Le freddi correnti oceaniche sono ideali per i crostacei, e rendono il Sudafrica la terra promessa degli amanti dell aragosta. In particolare sulle coste, si potranno gustare ostriche, gamberi e aragoste di prima scelta a prezzi contenuti. Consumatissimo è anche il kinglip, un pesce dalle carni sode cucinato al forno, fritto o grigliato, e poi condito con una salsa al burro e limone o al burro e aglio.
Altre diffusissime specialità sono:
biltong: striscioline di carne aromatizzate e essiccate, ideali negli aperitivi;
amadumbe: un purè di arachidi e di patate dolci con burro;
bobotie: un piatto molto particolare e speziato, costituito da carne macinata cotta al tegame con curry malese, limone, zucchero e mandorle e amalgamata con uova sbattute;
mealiepap: un porridge con carne e sugo di cottura della stessa, parte anche della colazione sudafricana, consumato, in questo caso, con latte e zucchero;
sosatie: maiale o agnello tagliati a cubetti e marinati, cotti allo spiedo assieme ad albicocche secche e consumati con il krummelpap (polenta di granturco) o con il riso.

Se invece avete un debole per i dolci allora dovete assolutamente provare i poffertjies, una sorta di pancakes, ma fritti, serviti con una spolverata di zucchero, le koeksister, profumatissime frittelle appartenenti alla tradizione olandese, aromatizzate con cannella, cardamomo e anice, e la melktert una torta con una farcitura al latte aromatizzata con cannella.

È inoltre in crescita in Sudafrica la realtà vinicola locale, che ha raggiunto punti di eccellenza riconosciuti anche da critici europei, che considerano la produzione sudafricana alla pari della nostra. Oltre a vini bianchi e rossi vengono distillati anche grappe, liquori e birre, quest ultime consumatissime in particolare nelle varietà più leggere e chiare.
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Tutte le forme dell'arte: il National Arts Festival in Sudafrica
Guardando alla quantità di festival, fiere, sagre e celebrazioni assortite che hanno luogo ogni anno in Sudafrica una cosa appare subito chiara: i Sudafricani sanno come divertirsi. Praticamente ogni centro urbano ha la sua carrellata di eventi distribuiti nel corso dell'anno, feste e sagre che comprendono rappresentazioni e spettacoli pittoreschi e variegati. Un ruolo di primo piano in queste celebrazioni spetta al cibo e, in misura forse anche maggiore, alla musica.
Una delle manifestazioni più famose della nazione è, a ragione, il National Arts Festival (NAF) che ha luogo nella città universitaria di Grahamstown. Per dare un'idea del peso della manifestazione, basterà dire che è la più importante occasione di celebrazione delle arti dell'intero continente. Il programma del festival, organizzato con cadenza annuaria a cavallo tra giugno e luglio, include infatti una grande varietà di espressioni artistiche, a cominciare dalla musica, con il jazz a farla da padrone, per passare poi al teatro nelle sue varie declinazioni, al cinema, al balletto e al cabaret, alle mostre d'arte e dell'artigianato, e finire poi con una serie di attività accessorie quali workshop, tour della città e lezioni, più una sezione interamente dedicata ai bambini. Grazie all'ampia offerta di attività più o meno legate al mondo dell'arte, durante le 11 giornate del festival la piccola città universitaria viene invasa da visitatori e artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Ciò che rende così speciale l'NAF è probabilmente il peculiare clima di libertà e fervore culturale che qui si respira. Nel corso della storia il festival ha sostenuto l'importante ruolo di roccaforte del pensiero libero, grazie ad una politica di inclusività (il festival è sempre stato aperto a chiunque a prescindere da razza, sesso, religione, ecc.) e di  censura zero  sulle opere presentate che questo ha perseguito. Si capisce quindi facilmente come in periodi di tensione politica, quali furono gli anni dell'apartheid, esso costituì un focolaio di proteste e discussioni politiche e come ancora oggi esso sia una culla per le avanguardie artistiche e un'incubatrice di nuove idee.

Dal 1974, anno inaugurale, il festival è stato regolarmente celebrato ogni anno, fatta eccezione per il 1975, e da allora ha continuato a crescere e svilupparsi, ospitando sempre più artisti e performance. La manifestazione ha inoltre cercato di ampliare ulteriormente il suo impatto puntando a darsi anche un valore sociale, ad esempio mettendo in contatto i giovani manager artistici con professionisti che potessero istruirli, oppure istituendo corsi speciali per ragazzi provenienti da realtà disagiate o ancora con il volontariato degli artisti in strutture quali ospedali, cliniche e case di riposo.
Il festival avrà luogo quest'anno dal 30 giugno al 10 luglio; sul
sito ufficiale, in inglese, si possono trovare ulteriori informazioni su questa importante manifestazione, inclusa una dettagliata sezione Travel & Stay.
*Tutte le immagini nell'articolo provengono dal sito ufficialehttps://www.nationalartsfestival.co.za/
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Under African Skies - Un diario di viaggio
GIORNO 1: JO BURG – HAZYVIEW
L'incipit è essenziale, in un romanzo: definisce il tono del racconto, suggerisce i possibili esiti linguistici della narrazione, stabilisce in modo spesso irrevocabile la relazione dell'autore con il lettore. Così, se le poche righe tra Jo'burg e Hazyview fossero un incipit, sarebbero un incedere sciatto e monotono tra sterpaglie, abbozzi di periferia, traffico e altri inciampi stradali, compresa una foratura su una strada che sarebbe ancora generoso definire dissestata. Insomma, una roba da posare disgustati il viaggio sul comodino e andarsi a fare una bella passeggiata. E però, se una cosa ho imparato nei miei anni girovaghi, è che l'incipit di un viaggio è raramente significativo; al contrario, molti dei miei viaggi più belli sono iniziati in modo deludente. Così, una volta giunti a Hazyview, faccio esercizio di pazienza e intanto mi godo un'ottima cena. E domani è un altro giorno (dove l'avrò sentita, questa?)… La foto del giorno Primo piano di Mossie, tecnico della telecom locale. Quando foriamo, si ferma a darci una mano, si prodiga a cambiare la ruota, coopta in nostro soccorso una pattuglia di polizia e telefona all'agenzia di noleggio per rimproverarli della mancata assistenza. Poi ci scorta al paese più vicino per farci riparare lo pneumatico e per finire ci telefona in albergo per chiedere se siamo arrivati sani e salvi. La faccia, onestamente, non è bellissima; la persona, sì.
GIORNO 2: HAZYVIEW
Con tutta calma si parte per un escursione al Blyde River Canyon. Abbiamo scelto di sostare un giorno in più in questa zona per avere un impatto meno frenetico con il paese, un acclimatamento graduale che si rivelerà particolarmente benefico nei giorni a venire. A volte chi viaggia è vittima dell ansia da prestazione, quell ingordigia di vedere tutto e subito che rischia di avvelenarti le giornate, di non farti godere appieno momenti unici. Così, mentre il pomeriggio va a spegnersi senza clamori, noi prendiamo fiato (e un gin tonic) nel parco dell'albergo sotto lo sguardo perplesso di una coppia di oche egiziane. E va benissimo così. La foto del giorno Il panorama da Three Rondavels. Un classico. Sì, lo so che ne sono state scattate a migliaia di foto così, ma è quello che mi è rimasto negli occhi oggi. A volte, la foto del giorno è banale. GIORNO 3: HAZYVIEW – SABI SAND (CHITWA CHITWA LODGE)
Un paio d ore di macchina, deviazioni involontarie comprese, e siamo a Chitwa Chitwa. Ora, nella vita ognuno ha i suoi sogni, alcuni ovvi, altri più bizzarri, tutti egualmente rispettabili. Il mio è quello di trascorrere le giornate al sole, in una bella casa affacciata su uno specchio d'acqua, beandomi dell'abbeverata di elefanti e gazzelle, in compagnia della persona che amo. Così qualcuno capirà la mia emozione nello scrivere queste poche righe. E sì, un drink lo gradisco, se proprio me lo chiedete. La foto del giorno I sogni non è una roba che ci si fanno le foto.
GIORNO 4: SABI SAND (CHITWA CHITWA LODGE)
Non so se per un'ancestrale paura di volare, o per un profondo senso di frustrazione nei confronti di chi ha saputo sconfiggere le leggi della gravità, ma i nostri compagni di safari non sembrano affatto interessati a tutto ciò che vola: quattro zampe, buono, due ali, cattivo. Eppure, alcuni degli incontri più belli nei miei viaggi li ho fatti col naso all'insù, osservando a torcicollo il volteggio di un grifone, infilando lo sguardo tra i rami alla ricerca di un'ara, guardando divertito l'incedere sgraziato di un bucero. Emozioni che ho cercato di trasmettere ai nostri compagni di viaggio, richiamando inutilmente la loro attenzione su un magnifico esemplare di ghiandaia pettolilla fieramente immobile a due metri da noi. Rassegnato, li lascio andare per la loro strada. Augurandomi intimamente che un giorno non lontano anche loro possano provare l'ebbrezza del volo. La foto del giorno Diceva Vinicius de Moraes che la vita è l'arte dell'incontro, e chi ha la buona sorte di viaggiare sa quanto sia meravigliosamente vera questa frase. Il nostro incontro di stasera è un esuberante operatore finanziario indiano che ha inopinatamente deciso di comprimere tutto il Sudafrica in dieci giorni dieci di studiata frenesia: cavalcata sugli struzzi, assaggio di vini, bungee jumping dal Bloukrans Bridge, immersione con gli squali e safari nel Kruger, il tutto con famiglia al seguito. Anche in versione zippata, il racconto dura tutta la cena, caffè e liquori compresi – troppo anche per una persona paziente quale io non sono. Così la foto del giorno, perfidamente, è la faccia di sua moglie all'ultimo giorno di vacanza.  GIORNO 5: SABI SAND (CHITWA CHITWA LODGE)
Durante la notte si è probabilmente rovesciata l arca di Noè, perché oggi teniamo a malapena il conto degli avvistamenti: licaoni, leopardi, rinoceronti, alcuni splendidi gruccioni, iene, leoni e leonesse (rigorosamente separati, la promiscuità non è roba da felini perbene), nyala… e poi ancora antilopi varie, un gruppo di elefanti all abbeverata, nettarinie… E poi, appena prima di rientrare… La foto del giorno ...sulle tracce di un leopardo che aveva nascosto nei pressi la sua preda, Moises, la nostra guida, scende dalla jeep per strappare un ramoscello da un arbusto. Lo aveva già fatto in mattinata, per segnalare la posizione dei licaoni, però stavolta il ramoscello gli sfugge di mano e lui fa appena in tempo a riprenderlo per la coda. Poi si volta verso di noi con un sorriso smagliante e ci mostra un magnifico camaleonte verde, dello stesso identico colore delle foglie. È il mio primo camaleonte, ed è un'emozione assolutamente indimenticabile.  GIORNO 6: SABI SAND – MBABANE (SWAZILAND)
Tappa di trasferimento. Lasciamo la riserva con gli occhi ancora pieni di meraviglia per sobbarcarci la lunga strada per lo Swaziland. Panorami a tratti magnifici, a volte monotoni. Con un po  di pazienza passiamo la dogana e arriviamo a Mbabane nel tardo pomeriggio. Quasi quasi sono contento di trovare un po  di traffico… La foto del giorno Potete guardarla fino a diventare strabici, ‘sta foto, ma non c è proprio niente da vedere. Nel senso che dovevano starci dentro i cartelli stradali che ci avrebbero guidato fin qui, ma purtroppo non ce ne sono. Si va a spanne, o se preferite a culo, con sporadiche e poco attendibili indicazioni dei locali. Quindi, oggi la foto è vuota.  GIORNO 7: MBABANE (SWAZILAND) – KOSI FOREST LODGE
Alle sette del mattino la sala da pranzo dell albergo è già affollata. Siamo tutti di passaggio su questa terra, e non solo metaforicamente. Bella passeggiata alla Mlilwane N.R., sosta obbligata alla fabbrica di candele (e credetemi, ne vale davvero la pena), poi si parte per il Kwa Zulu Natal. Ci orientiamo col sole, in mancanza di segnaletica, e riusciamo perfino a non sbagliare strada. Lo Swaziland non ci ha fatto grande impressione, ma almeno ora ha un volto per noi che ne conoscevamo a malapena il nome. Il Kosi Forest Lodge è semplicemente magico, uno screzio di luce su una collinetta con vista lago, al riparo di un bosco di acacie che al tramonto si anima dei versi di un gruppo di buceri. E la buonanotte ce la dà un galagone appollaiato sull albero maestro della sala da pranzo all aperto… La foto del giorno Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Salle come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità.  Non glielo spiegherei  rispose,  gli darei un pallone per farlo giocare.  Lo racconta Eduardo Galeano, e mi torna in mente guardando lungo la strada un gruppetto di ragazzi, scalzi e spaiati, cercare di spingere un pallone verso due bastoni piantati in terra alla bell e meglio, come noi si metteva due maglie per terra a fare porta. La felicità, appunto, anche se nessuno ce lo aveva spiegato.  GIORNO 8: KOSI FOREST LODGE
Oggi si va in canoa. Sapete andare in canoa? Certo, rispondo io, che ci sarò salito tre volte ma non perdo mai l occasione per parlare a sproposito. E salgo davanti. Sbagliato. Molto sbagliato. Perché in canoa è chi sta dietro a dirigere le operazioni, e nel mio caso chi sta dietro è molto, molto inesperto. Così, per tutto il tempo, mentre io remo come un forsennato verso riva, con mio grande stupore la canoa deriva placidamente al largo, spinta non dalla corrente come io ingenuamente pensavo, ma dalla sventatezza della mia compagna di pagaiate. Se avete presente Stanlio e Ollio che spingono il pianoforte in due direzioni opposte, capirete bene la situazione. Dopo mezz ora di carambole, insulti e incomprensioni finalmente troviamo l assetto e ci godiamo una gita meravigliosa lungo le rive del lago, con tanto di avvistamento di un avvoltoio delle palme, unico rapace al mondo (quasi esclusivamente) vegetariano. La foto del giorno A pochi metri da noi, un martin pescatore malachite si posa con leggerezza su un ramo sporgente, aspettando il momento giusto per librarsi in aria e tuffarsi in caccia. In anni di viaggi ho visto molte volte questo spettacolo, che però non cessa mai di affascinarmi.  GIORNO 9: KOSI FOREST LODGE
Ci spostiamo in jeep ai confini con il Mozambico per osservare da vicino un ecosistema unico: quattro laghi comunicanti attraverso un sistema di canali che si estendono per 60 km dall'entroterra fino all Oceano Indiano. Il più vicino al mare beneficia di un flusso costante di acqua salata che, incredibilmente, lo rende simile ad un piccolo mar Rosso. E allora via, pinne maschera e boccaglio, a goderci uno spettacolo straordinario: pesci tropicali di ogni tipo e coralli in mezzo metro d'acqua, mentre l'oceano Indiano ruggisce alle nostre spalle. La foto del giorno Per la nostra ultima cena al lodge ci viene offerto un tavolo accanto al fuoco, nel boma, da soli sotto un acacia di lungo corso. Mangiamo in silenzio, guardando spesso il cielo. Tutto nero, il cielo, impreziosito da milioni di stelle immote. Dio, se ci mancheranno le notti africane…  GIORNO 10: KOSI FOREST LODGE - DURBAN
"Dove avete lasciato la macchina? Avete tolto le chiavi? E dove pensate di andare? A piedi? Nooo… No, meglio di no. Il lungomare? Beh, sì, il lungomare sì ma fate molta attenzione..." Il portiere del nostro hotel a Durban, un indiano spiccicato a Hrundi Bakshi (il meraviglioso Peter Sellers di Hollywood Party) fa del suo meglio per terrorizzarci, e ci riesce piuttosto bene. Durban non è propriamente una città tranquilla, ma noi abbiamo un aereo domani all'alba e la sosta è d'obbligo. Certo, l'inizio non è incoraggiante ma decidiamo ugualmente di arrischiare due passi. Scendendo dalla camera lo incrociamo (è dovunque, impossibile mancarlo); lo saluto scioglilinguando 'se sono due biglie, se sono tre triglie, se sono tante conchiglie'e indicando interrogativo la direzione da prendere. Lui fa sì con la testa, sorride come fosse antani e ci augura una buona passeggiata. Il tempo è splendido, il lungomare è affollatissimo di famiglie e ragazzi che nuotano e giocano a pallone, e nessuno ci importuna. Il giorno dopo leggeremo sul giornale che aveva ragione lui. La foto del giorno Il ragazzo che si occupa della nostra macchina in hotel, François, mastica giusto due o tre parole di inglese. Viene dal Ruanda, e mi racconta in francese di come sia dovuto fuggire dal suo paese. Qui ci sono molti induisti e musulmani, ma lui è cristiano, mi dice toccando la croce che porta al collo. Anche lei è cristiano, monsieur? Io, ateo praticante, gli rispondo che sì François, anch'io sono cristiano. E la foto del giorno è il sorriso che si allarga sul suo bel viso.  GIORNO 11: DURBAN – JO BURG - UPINGTON
Tappa a Upington, per riprendere fiato. Ne approfittiamo per fare qualche commissione, ricaricare il telefono, comprare un po'di vettovaglie (e tanta, tanta meravigliosa frutta secca) e per una sosta in lavanderia. Upington è una città di nulla, pigramente ciondolata dai suoi abitanti finché non tramonta il sole: allora le strade si svuotano e tutto quello che puoi fare è aspettare il giorno dopo. E il giorno dopo, per noi, è già deserto. La foto del giorno Pick-up, strada dritta nel deserto, prime luci dell'alba, un CD di Patrick Watson a farci compagnia. Magnifico, se non fosse per la temerarietà di numerosi stormi di rondini che traversano sciaguratamente la carreggiata volando ad altezza d'uomo. Patrizia ne fa secche tre finché, disperata, inizia a pestare sul clacson ogni volta che coglie un accenno di volo. E così quello che era iniziato come un fantastico viaggio on the road si trasforma in un remake surreale de Il sorpasso, con una coppia di mentecatti che strombazza oscenamente sfrecciando a 130 all'ora nel deserto…  GIORNO 12: UPINGTON – KGALAGADI N.P. (KALAHARI TENTED CAMP)
Finalmente il Kgalagadi. Abbiamo fatto i salti mortali per arrivare fin qua, ma è stata fatica ben spesa. Il parco è una tavolozza di colori pastello, ocra, salvia, azzurro, paglia, ed è diverso da qualsiasi altro parco africano. Anche la fauna è molto diversa: moltissimi orici e struzzi, sciacalli e otocioni, niente elefanti, bufali e rinoceronti. Rapaci, tanti e facilmente avvistabili. E poi parecchi gattoni: raramente avevamo visto tre ghepardi lo stesso giorno. La foto del giorno Foto di gruppo con orici, animale meraviglioso se ce n è uno.  GIORNO 13: KGALAGADI N.P. (KALAHARI TENTED CAMP)
Come ogni appassionato di safari, conosco e mi ripeto sempre una verità fondamentale: ogni avvistamento è un regalo, un avvenimento unico e irripetibile. E però, al trecentocinquantasettesimo gnu, il regalo comincia pericolosamente ad assomigliare alla cravatta che Nonna Evelina mette sotto l'albero ogni Natale che Domineiddio manda in terra. Oggi però ho ricevuto un regalo speciale: una femmina di caracal che, dopo aver attraversato a tradimento la strada, ci ha guardato a lungo negli occhi prima di raggiungere il suo compagno su una collina e scomparire nel bush. Il resto della giornata è trascorso relativamente tranquillo. Tanto, io nemmeno le porto, le cravatte. La foto del giorno Un cammino di giraffe contro il cielo livido dell alba. Per quanto relativamente comuni in altri parchi, qui le giraffe sono un avvistamento poco frequente. Un regalo, appunto: e così le ho volute immortalare nella loro buffa marcia verso l acqua.  GIORNO 14: KGALAGADI N.P. (TWEE RIVIEREN)
Io lo chiamo effetto domino, ma non so se esiste un nome per una roba del genere. Sta di fatto che nel Kgalagadi vige la legge del self-drive: niente safari di gruppo, walkie-talkie, comunicazioni radio tra guide e tracker, tutto è affidato alla perizia e all'esperienza dei visitatori i quali, nel timore di mancare l'avvistamento della vita, finiscono regolarmente per fare affidamento sull'acume visivo altrui. Niente di male, naturalmente, ma con qualche bizzarro effetto collaterale: se la macchina davanti alla tua si ferma ogni dieci metri entusiasmandosi per un tronco a forma di leone o per una roccia le cui fattezze ricordano un elefante, l'esperienza può risultare snervante. Così una jeep di francesi appassionati di birdwatching, in cerca dell'angolazione migliore per fotografare un astore cantante, finisce per provocare uno spettacolare ingorgo nei pressi di una pozza d'acqua e un disordinato passaparola per cui una decina di macchine (compresa la nostra) scrutano disperatamente un cespuglio dietro il quale si nasconderebbe un leopardo. La foto del giorno A poche centinaia di metri dal campo, stufo di mangiare la polvere della macchina che mi precede, dò di acceleratore e supero di slancio i limiti di velocità e una pattuglia di ranger del Botswana, comprensibilmente infastiditi dal mio gesto. La reprimenda che segue, tanto composta nei toni quanto (giustamente) dura nei contenuti, mi risuonerà nelle orecchie fino al giorno della partenza.  GIORNO 15: KGALAGADI N.P. (KALAHARI TENTED CAMP) – KAKAMAS
La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio. Questo fulminante incipit di José Saramago si palesa in tutta la sua evidenza mentre guidiamo verso Kakamas di ritorno dal Kgalagadi, dopo un ultimo game drive che ci ha regalato un emozionante incontro ravvicinato con una splendida femmina di leopardo. A Kakamas, una bellissima sorpresa: saremo ospiti di una tenuta agricola. La nostra stanza affaccia dritta sui vigneti, ora spogli, ettari di terreno da camminare con le mani dietro la schiena fino ad incocciare le montagne. C è un Africa bianca, quassù, con cui prima o poi dovremo fare i conti. La foto del giorno Il leopardo ruba l occhio del fotografo, che sente fortissimo l impulso di scendere dalla macchina e grattargli le orecchie ma, buon per lui, se ne guarda bene.  GIORNO 16: KAKAMAS
Giornata di relax, la passiamo in giro per l Augrabies Falls N.P. Pur non particolarmente ricco di fauna, il parco è magnifico nel suo impercettibile quanto incessante mutare di forme e colori; il filo dell'orizzonte è punteggiato da kokerbom in fiore, acacie e bizzarre variazioni sullo spinoso tema del cactus. È in posti come questo che più maledico la mia ignoranza botanica (e non solo), e benedico la mia buona sorte di viaggiatore affascinato dalla natura. La foto del giorno Di solito tendo ad ignorare il frigo in camera, un po'per desuetudine e un po'perché morigerato (tirchio?) di natura. Su questo però mi cade l'occhio, c'è scritto Honesty Bar e contiene ogni ben di Dio: vino, birra, sidro e analcolici in quantità, noccioline, patatine, frutta secca... Se ci credete, funziona così: tu prendi quello che ti pare, nessuno viene a controllare, e poi se credi paghi. Tutto qui. Oh, mi sono così commosso da pagare una birra in più… e ho pure l'impressione di non essere stato l'unico.  GIORNO 17: KAKAMAS - CALVINIA
Se è vero che bisogna sempre sforzarsi di vedere il lato positivo delle cose, allora posso consolarmi pensando che a Calvinia resteremo solo un pomeriggio. È una giornata fredda e ventosa, e per la prima volta da quando siamo qui il sole non riesce a scaldarci. Vaghiamo per la città spiluccando un negozio qua, un museo là, ma tutto sommato non abbiamo neanche troppa voglia di andare in giro. Finiamo una giornata senza pretese davanti ad un bobotie senza infamia e senza lode. Domattina sveglia presto, e non cercate i nostri commenti nel guest book dell'albergo. La foto del giorno Supermercato con forno. Quella roba dentro la teglia, non sarà mica pizza? Sì? Allora per favore ce ne incarti due pezzi belli grandi!!! Nei miei primi viaggi pasta e pizza li vedevo come un inammissibile tradimento, un venire meno ai princìpi del vero viaggiatore. Col passare del tempo sono diventato più indulgente, e ora una pizza la mangio volentieri anche all'estero, soprattutto nei viaggi più lunghi. Detto questo, siete proprio sicuri di voler sapere com'era quella pizza del supermercato di Calvinia? Quella roba moscia e spugnosa con sopra sedano carote cipolla rapa barbabietola zucchine patate aceto pomodoro cavolo e nonsocosaltro? Ecco, bravi, lasciate perdere, che noi ancora rimpiangiamo di non aver fatto altrettanto…  GIORNO 18: CALVINIA - CLANWILLIAM
Quello che ti frega, di questo paese, è che quando non ti aspetti nulla all improvviso ti trovi nel Cedarberg. E quella che doveva essere una semplice tappa di avvicinamento alla costa si trasforma così in una delle giornate più intense e sorprendenti del nostro viaggio: una strada (aperta solo di giorno) tra le montagne, fioriture abbaglianti, le pitture rupestri dei San lungo il fiume. Non c è un turista che sia uno, quassù. Probabilmente sono tutti all unico ristorante della città, visto che non c è un tavolo neanche a morire. Vabbè, da domani si prenota. La foto del giorno Mattino presto, la nebbia si dirada lentamente, un aquila pescatrice appollaiata su un ramo attende pazientemente che il fiume si disveli. Una foto che è quasi un haiku.  GIORNO 19: CLANWILLIAM – DE HOOP NATURE RESERVE
E poi arriva il giorno che le parole non bastano più, davanti a tanta meraviglia. Che enumerare le balene ti sembra un esercizio puerile, e dire tutto d un fiato bianco azzurro cielo mare sabbia vento evoca a malapena una conta di nascondino, di quelle che ci si litiga da bambini. Allora posi la penna, ti siedi con un gesto gentile e lasci che una o due gocce di quell oceano ti inumidiscano le guance. Meglio di così, non sai dirlo. La foto del giorno È una foto astratta, si intitola Piangere di felicità guardando l oceano, e ognuno può comporla a sua immagine e somiglianza.  GIORNO 20: DE HOOP NATURE RESERVE
C'è il sole (c'è stato per tutto il viaggio, siamo stati fortunati) e vogliamo restare vicino all'acqua. Ci incamminiamo per uno dei sentieri che costeggiano l'oceano, in un susseguirsi aritmico di promontori e calette, accompagnati dal volo delle beccacce di mare e dagli sbuffi delle balene. La luce è bellissima, spesso ci fermiamo incantati dal paesaggio, senza parlare. Felici. La foto del giorno A fine giornata saliamo su una duna per dire addio alle balene, c'è un vento freddo che ti strizza gli occhi e ti rinserra nella giacca a vento, ma questo è uno scatto cui non rinuncerei per nulla al mondo. Clic.  GIORNO 21: DE HOOP NATURE RESERVE – CAPE TOWN
E così questa è Cape Town. Da qui è cominciato tutto: Compagnia delle Indie, Kaapstadt, tratta degli schiavi, oro, diamanti, guerre, segregazione razziale, apartheid. Di quel tutto non è rimasto niente, e quel niente ora è una città moderna, vitale, orgogliosa, bella come solo sanno essere le città in comunione con il loro mare, fascinosa di volti meticci e inafferrabile nella sua vera essenza, benedetta da una luce limpida che la rende ancora più accogliente. Se poi riuscissimo anche a parcheggiare la macchina sarebbe perfetto… La foto del giorno Lo skyline di Cape Town di notte, dall alto, con un bicchiere di vino in mano. Un regalo prezioso di due persone care conosciute a Kosi Bay, il modo più bello per salutare questa splendida città.  GIORNO 22: CAPE TOWN – CAPE OF GOOD HOPE
Via che si va verso la fine del mondo, al Capo di Buona Speranza. Fa sempre uno strano effetto posare lo sguardo su luoghi conosciuti sui libri di geografia e fantasticati nei tuoi anni da cucciolo, e il Capo non fa eccezione: anni a lavorare di immaginazione, e poi la realtà ti prende in controtempo. Chiedere a queste poche righe di essere sutura tra il fantasticare e l'esserci, mi pare pretesa eccessiva. E così decido di fare la cosa più onesta, l'unica veramente possibile: giro le spalle all'oceano e mi incammino lentamente alla fine di questa frase. La foto del giorno Quel braccio che spunta dall'acqua si chiama Thomas, e tutte le mattine di buon'ora scende in spiaggia, qui a Boulders Beach, per farsi la sua nuotata. Ormai i pinguini lo conoscono e non ne sono infastiditi, anzi: qualche minuto prima lo hanno scortato in mare a mò di guardie svizzere, e un paio si sono pure tuffati con lui. Gli altri sono rimasti all'asciutto, a dondolarsi beati al sole, e io ne ho approfittato per scattare questa foto.  GIORNO 23: CAPE TOWN – JO BURG – FRANCOFORTE - ROMA
Packed & ready. A mezzogiorno, via all aeroporto, pronti a sorbirci un interminabile viaggio di ritorno. È stata una vacanza entusiasmante, molto al di sopra delle nostre aspettative. Il Sudafrica è un paese meraviglioso, un incanto per gli occhi e per il cuore, che sfugge a qualsiasi tentativo di immaginarlo e classificarlo. Una terra che ci ha commosso, noi che avevamo paura di restare delusi. La foto del giorno È una foto di gruppo: ci sono persone di ogni etnia, sesso e religione che si affollano nel breve spazio di un immagine per salutare. Sono tutti quelli che ci hanno accompagnato in questo viaggio, che hanno condiviso con noi una parola, una cena, uno sguardo, un'emozione, un avvistamento. Sono davvero troppi per nominarli uno ad uno, e molti li abbiamo a malapena sfiorati. Ma a tutti, indistintamente, va il nostro pensiero e il nostro affettuoso ringraziamento per avere arricchito la nostra esperienza.  Antonello Bacci
Durata: 23 giorni (6-30 luglio 2009)
Itinerario: Jo'burg – Hazyview (Blyde River Canyon) – Sabi Sands (riserva privata di Chitwa Chitwa, Kruger N.P.) – Swaziland – Kosi Bay – Durban – Upington – Kgalagadi N.P. – Augrabies Falls N.P. – Calvinia – Clanwilliam – De Hoop N.R. – Cape Town
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Vutlendela
1985, sala d attesa dell aeroporto di Johannesburg. Nella luce cruda del neon, un inserviente lava il pavimento. Fuori campo, passi sfibrati vanno a innestarsi nella ritmica dello straccio. Il rimbombo che chiude la misura è quello metallico di una valigia gettata di malagrazia su una panchina, e appresso il fruscio molle e breve di un corpo stanco. L inserviente alza lo sguardo da terra fino ad incrociare un piccoletto stravaccato su una panchina, lo sguardo fisso nel vuoto. Tiene le mani affondate nelle tasche, come se gliele avessero inchiodate mentre frugava alla ricerca una monetina orfana, e un filo di barba grigia gli cola giù per il mento. Non è un momento felice, per l uomo. Ha perso un amico, cerca di dimenticare un grande amore e, a dirla tutta, non sa nemmeno bene per quale accidenti di motivo si trovi lì. O forse lo sa, ma non ha la forza di crederci. Se fosse uno scrittore, direbbe che non ha più musica nel cuore per ballare la sua vita. Invece, bizzarrie del destino, è un musicista, e tutto quello che riesce a fare è essere triste e confuso. Dall altra parte del vetro, un nero grosso come un baobab, un basco nero in testa, gli fa un cenno e accenna un sorriso trattenuto. Un poliziotto lo guarda torvo, ma lui non sembra farci caso. Meglio ignorare certe cose, se sei nero nel 1985 in Sudafrica. Il piccoletto si alza e si avvia verso l uscita, trascinando dietro di sé la valigia. Ora la sala è nuovamente deserta, gli unici segni di vita il rumore dello straccio sul pavimento e un refolo d aria che si è insinuato dalla porta a vetri, aperta. Forse il pavimento si asciugherà più in fretta. Un anno più tardi, nel 1986, esce Graceland. Il più bel tributo mai offerto alla musica sudafricana. Paul Simon lo suonerà infinite volte, dal vivo, scomponendolo e ricomponendolo in mille passi di danza, facendone vibrare ogni singola nota, mettendone a nudo i ritmi che lo sostengono e gli danno forma. Joseph Shabalala, leader dei Ladysmith Black Mambazo, che aveva lavorato a suo fianco in Sudafrica e poi collaborato alla realizzazione del disco a New York, gli regalò un nome Zulu: Vutlendela, l uomo che aprì la porta . Se si può rubare l anima a un paese facendolo cantare, beh, lui l ha fatto.

Antonello Bacci
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Euforia da Euforbia
Il Great Fish River si snoda attraverso un'area meglio conosciuta per essere stata teatro del sanguinoso conflitto tra i coloni europei e gli Xhosa. Oggi, quasi 130 anni più tardi, è un posto molto più tranquillo. Specie quali il rinoceronte nero, l'elefante, il leone, il ghepardo e il licaone africano sono state reintrodotte, e l'area ospita un'incredibile varietà botanica. Tra queste, particolarmente diffuse sono le piante grasse appartenenti al genere Euforbia. Conosciute con il nome di naboom, cactus candelabri o noor, hanno tutte una caratteristica in comune: un lattice bianco e appiccicoso, chiaramente visibile quando si spezza un peduncolo. Si tratta di un lattice generalmente tossico (la linfa di alcune specie può causare dolorose eruzioni cutanee e in alcuni casi cecità). Il lattice dell'Euphorbia subsala, diffusa in Namibia, e quello dell'euforbia comune, diffusa in Zimbabwe e nelle aree settentrionali del Sud Africa, viene utilizzato per avvelenare le punte delle frecce. Sulle colline ondulate e sulle pianure che circondano la valle del Great Fish River, e solo in quest'area, fioriscono delle euforbie di dimensioni più ridotte. Una delle varietà più comuni è rappresentata dall'Euphorbia bothae, nota anche come noor. Si tratta di una pianta poco studiata, ma che svolge un ruolo particolare nelle vite di molti abitanti della valle. Le api che si cibano del nettare dell'E. bothae producono un miele dal retrogusto piccante, quasi immangiabile, anche se particolarmente apprezzato da alcuni gourmet. Una singola goccia di lattice della pianta causa un'intensa sensazione di bruciore sulla lingua umana, ma numerosi mammiferi ne consumano invece grandi quantità. Il rinoceronte nero, ad esempio, sembra apprezzare particolarmente l'euforbia, che costituisce tra un terzo e metà della propria dieta giornaliera. Anche altri animali si nutrono di euforbia, da piccoli roditori quali il topo muschiato a grandi mammiferi quali eland, kudu maggiore, impala e babbuino nero. E alcune delle osservazioni sul campo indicano che l'effetto dell'euforbia sui mammiferi non è esattamente lo stesso che sull'uomo. In particolare, in un'occasione è stato osservato un babbuino nero maschio disteso tra le euforbie (di cui si era abbondantemente nutrito, come testimoniato dal gran numero di peduncoli spezzati da cui colavano le residue gocce di lattice), con gli occhi sbarrati, completamente incapace di muoversi - addirittura, per accertarsi che fosse vivo, un ranger ha potuto avvicinarsi a lui e toccarlo. Circa un'ora dopo, l'animale si è rialzato faticosamente in piedi e, barcollando, si è allontanato. [...]I kudu sono stati per lunghi anni oggetto di caccia nel territorio dell'Eastern Cape e hanno sviluppato una sana diffidenza nei confronti dell'uomo. Sono quindi rimasto molto sorpreso quando ho visto due femmine adulte brucare tranquillamente lungo il ciglio della strada, senza fare caso alla mia macchina. Si tratta di un comportamento assolutamente non comune per i kudu in quest'area. Dopo aver finito di mangiare, si sono allontanate senza fretta. Allora, incuriosito, sono sceso dalla macchina e ho potuto notare che il loro pasto era costituito da euforbie, il cui lattice continuava a colare copioso dai peduncoli spezzati di recente. Questo ed altri avvistamenti sembrano avvalorare l'ipotesi che l'euforbia abbia effetti allucinogeni, anche se non vi è letteratura scientifica a conforto di questa tesi. La speranza è che successive osservazioni possano contribuire a chiarire questo mistero.
David Hood, naturalista e guida in Lowveld e Eastern Cape © African Geographic, 2005
Traduzione: A. Bacci
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Swaziland
Sebbene non possano competere con i principali parchi africani in termini di abbondanza faunistica, i parchi e le riserve dello Swaziland meritano sicuramente una deviazione, sopratutto se siete appassionati di birdwatching: in un'area più piccola del Kruger National Park sono infatti state registrate ben 500 specie di uccelli... Alcune delle riserve più interessanti dello Swaziland sono concentrate nell'area Nord-Ovest e possono essere facilmente visitate lungo il tragitto verso il Kruger National Park:
MLILWANE NATIONAL RESERVE L'area protetta più antica dello Swaziland, offre ottime possibilità di viste guidate a piedi o a cavallo.
MBABANE - MANZINI Rispettivamente la capitale e la città più industrializzata dello Swaziland. Mbabane non offre grandi attrattive, è preferibile fermarsi a Manzini e fare acquisti di cesti e altri manufatti interessanti al mercato centrale.
MALOLOTJA NATIONAL RESERVE Una delle principali riserve dello Swaziland, offre fantastici paesaggi e numerose possibilità di hiking
PHOPHONYANE NATIONAL RESERVE Un'area protetta di dimensioni ridotte nei pressi di Piggs Peak, impreziosita da belle cascate e da un'avifauna quantomai ricca. Per concludere, un paio di suggerimenti utili: a chi desidera approfondire la conoscenza di questo paese consigliamo di procurarsi la Bob Forrester's Traveller's Guide to Swaziland, un'agile guida di 48 pagine in vendita in tutto lo Swaziland; Swazi Trails (www.swazitrails.com) è un operatore locale dinamico e affidabile che organizza escursioni a piedi e a cavallo + white-water rafting nei parchi di quest'area.
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Leggere per conoscere il Sudafrica
Vado verso il Capo di Sergio Ramazzotti (ed. Feltrinelli).

L incipit: 13.000 km, da Algeri a Città del Capo, in autobus traghetto treno e quant altro, per vedere l effetto che fa viaggiare per l Africa nera con la faccia bianca. Poi, come succede quando nella vita ci metti la faccia, le cose cambiano in modo impercettibile ma inesorabile: allora quella che sembrava un avventura diventa un percorso, abbandoni ogni altezzosità per passare dall altra parte dello specchio, smetti di confrontare e inizi a valutare le cose semplicemente per quello che sono, abbracci l attesa, inizi a vivere al ritmo bradipo che ha il tempo laggiù. Un libro di grande onestà intellettuale che vale la pena di leggere per capire come viaggiare sia soprattutto un processo di maturazione, di apertura all altro da sé: insomma, per parafrasare una bellissima frase di Vinicius de Moraes, il viaggio è l arte dell incontro. Antonello Bacci



Aspettando i barbari di J.M. Coetzee (ed. Einaudi).

Un anziano magistrato stanziato in uno sperduto avamposto di frontiera. A scandire le sue giornate, poche piccole cose: l'amministrazione della giustizia durante il giorno, la lettura dei classici la sera, gli scavi archeologici nel tempo libero. A giustificarne l'esistenza, una missione: difendere ad ogni costo la cittadella dall'avanzata dei Barbari. Non che ve ne siano mai state tracce, a dire il vero, ma il magistrato è lì per obbedire agli ordini e non per metterli in discussione. Un giorno, però, l'Impero decide che è giunta l'ora di sterminare i Barbari e affida l'amministrazione dell'avamposto al Colonnello Joll, che avvia una brutale e sanguinosa repressione dei Barbari, o almeno di quelli che egli ritiene essere tali. Il magistrato, che ha galleggiato tutta la sua vita nell'indifferenza, ora è costretto a scegliere: asservirsi al potere oppure opporvisi apertamente. Si ribellerà: ma per il suo gesto dovrà subire l'umiliazione del carcere e la tortura. Straordinario apologo sul Potere e sulla brutale ottusità dei suoi burocrati, Aspettando i barbari è un libro magnifico nella sua compostezza. Le pagine in cui il magistrato, accusato dal Colonnello di essere una spia, traduce all'impronta le tavolette di geroglifici costituiscono uno dei momenti più alti dell'opera di Coetzee e una delle più limpide, strazianti rappresentazioni della Dignità umana, ancorché sotto forma di scrittura. Antonello Bacci



Verranno dal mare di Zakes Mda (ed. E/O).

Nella prima metà dell'Ottocento, quando il Sudafrica era una colonia inglese, una profetessa nera annunciò che gli antenati del popolo xhosa sarebbero tornati dal mare per punire gli inglesi. Affinché la profezia si avverasse, sarebbe stato necessario il sacrificio di terre e di bestiame di tutto il popolo. La popolazione si divise tra Credenti, coloro i quali accettarono la condizione per poi morire di fame, e Miscredenti che accettarono il dominio inglese. Quasi duecento anni dopo Camagu, un nero urbanizzato e colto arriva in un villaggio a sud del paese e ritrova l'antica faida tra Credenti e Miscredenti: questa volta l oggetto del contendere è la costruzione di un casinò in un piccolo villaggio lungo la costa, ricco di bellezze naturali. Il protagonista si lascerà coinvolgere nello scontro e cambierà la propria stessa visione del mondo. Antonello Bacci



La polvere dei sogni di André Brink (ed. Feltrinelli).

Outeniqua 1994: una città immaginaria nel Sudafrica di pochi mesi prima delle elezioni che porteranno Nelson Mandela al potere. Kristien, dopo molti anni di esilio a Londra, torna nella città dove ha trascorso la sua infanzia per vegliare la nonna, Ouma Kristina, in punto di morte ma ancora mentalmente vivacissima e ossessionata dall'idea di non riuscire a trasmettere alla nipote la storia della famiglia e del Sudafrica. E Ouma Kristina le racconta tantissime storie affascinanti, al confine tra realtà e mito, che finiscono per far emergere una sottile analogia tra le donne della famiglia, in lotta per l'indipendenza, e il popolo sudafricano. Un romanzo che aiuta a capire le sofferenze e la schizofrenia di un paese con la faccia bianca e l'anima nera. Antonello Bacci
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Faccia a faccia con lo Squalo Bianco
Una pinna sorge dall'acqua e un brivido passa lungo la schiena. Il grande squalo bianco è stato da sempre descritto nella cultura popolare come un assassino ed è considerato il più temibile dei predatori marini. Nella cinematografia passata e recente, lo squalo è ritratto come l icona del terrore. Come dimenticare, del resto, il film "Lo squalo"? Il film, diretto magistralmente da Spielberg non ha certamente reso giustizia allo squalo bianco e più in generale a tutti i suoi parenti vicini e lontani, come ha ammesso anni dopo lo stesso regista. Anzi ha confuso e innescato una serie di comportamenti irrazionali a danno unicamente degli squali. I pescatori all epoca reagirono con una aggressività insensata, soprattutto dopo alcuni attacchi che si verificarono lungo le coste occidentali americane. Diedero il via ad una caccia sfrenata, catturando centinaia di esemplari ed è proporio per questo motivo che il loro numero sta diminuendo così tanto che, essere in grado di avere un incontro con ravvicinato con il grande squalo bianco sta diventando ormai un privilegio. Il paradiso per eccellenza per osservare lo squalo bianco è il sud Africa. Lo shark-watching in quest area si effettua principalmente lungo le coste da Sodwana Bay fino alla regione del Capo. Non è necessario essere in possesso di certificazione dive poichè la gabbia che vi separa dai grandi bianchi è situata a pochi metri sotto la superficie dell'acqua. Preparatevi per l'esperienza più emozionate della vostra vita.
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