Madagascar

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È Africa e non è Africa.  È il paese di mille popoli e di altrettante lingue, di uomini venuti da lontano, di genti che riesumano i morti per abbracciarli e onorarli, e ballano e cantano le loro veglie funebri.  Gente mite, che vive in armonia con una terra spesso aspra.  È la terra dei Bara, custodi di zebù, e dei Vezo, che venerano e il mare e lo proteggono da chi lo vuole offendere.  È terra di tè e di foreste, di pietre e di sabbia.  È lo schiaffo bruciante della miseria di Tana e il vento freddo degli altipiani, giù al Sud.  È una crosta di mare cristallino con un cuore verde, un respiro di spezie, un improbabile incrocio tra l’India e l’Irlanda, a saperne immaginare uno.  È la terra dei lemuri e delle balene, di animali sopravvissuti a ere di evoluzione, di tartarughe e camaleonti.  È una terra nata dal caos, disordinata e inafferrabile, terra da lasciarci il cuore.  È il Madagascar.
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VIAGGI E TOUR

MADAGASCAR
10 giorni / 9 notti
Avventura in 4x4 da € 2.270

Il Grande Sud In Fuoristrada

Da Antananarivo si parte in direzione Sud/Ovest, si percorrono gli ultimi tratti della strada asfaltata che dalla capitale attraversa gli altipiani centrali, e in fuoristrada ci si avventura su sterrati sabbiosi che offrono vedute mozzafiato delle spiagge sul Canale di Mozambico e l'Oceano Indiano, regno del popolo Vezo, i nomadi del mare. A tratti le piste rosse di laterite, lungo le regioni abitate dalle etnie Mahafaly e Antandroy, dalle immutate tradizioni ancestrali, esplorando foreste tropicali abitate da timidi lemuri, savane ove svettano possenti baobab, il bush costellato dagli incredibili alberi-piovra, attraversando il letto prosciugato dei grandi fiumi durante la stagione secca.  Parte dell'itinerario si snoda lungo la Grande Barriera Corallina del Madagascar, la seconda al mondo per estensione; un mondo a parte, pervaso da un'atmosfera di sospensione a cui fa da sfondo il rombo possente delle onde che s'infrangono lontane.  Questo itinerario-avventura è indicato per quei viaggiatori che hanno spirito di adattamento, oltre che una buona forma fisica, viste le mutevoli condizioni ambientali, le temperature elevate e le condizioni di percorribilità delle piste del Madagascar.  Il tragitto Antananarivo/Morondava/Toliary viene effettuato con auto 4x4 climatizzate che possono ospitare massimo 3/4 passeggeri più l'autista. Le sistemazioni sono prevalentemente nei piccoli ecolodge che negli ultimi anni hanno iniziato a svilupparsi in Madagascar, aggiungendo così un uteriore elemento naturalistico al carattere del viaggio.
Viaggi nella Natura
MADAGASCAR
8 giorni / 7 notti
Soggiorni Mare da € 410

La Grande Barriera Corallina

E'un tratto di costa che si estende nel sud-ovest del Madagascar, al centro della spettacolare barriera corallina, la seconda al mondo per lunghezza. Caratterizzata da chilometri di spiagge deserte frequentate solamente dai pescatori nomadi dell'etnia Vezo, che all'interno delle laguna, fanno sfilare silenziose le loro piroghe a bilancere. La barriera corallina, raggiungibile in pochi minuti di barca dalla spiaggia, offre scenari fantastici sia per gli appassionati di immersioni sia per chi opterà per più tranquille nuotate nelle acque trasparenti del reef. All'interno della costa si trova la foresta primaria che racchiude autentiche rarità botaniche e qualche mistero, come la popolazione dei Mikea che vive nascosta ed isolata, vagabondando alla ricerca del baboo, l'insostituibile radice intrisa di acqua, preziosissima in un territorio senza fiumi. Qui di seguito alcuni dei resort che proponiamo per un soggiorno balnerare lungo la costa di Tulear:



QUANDO ANDARE:

Il clima nella regione sud-occidentale del Madagascar è secco tutto l anno, le precipitazioni piovose sono ridotte a 10 – 15 giorni all anno tra i mesi di gennaio e febbraio. Le temperature oscillano dai 25° C in inverno ai 35°C in estate. La costa è pertanto una meta di viaggio ideale in ogni periodo dell anno ed è adatta agli appassionati di diving, snorkeling e pesca o semplicemente a chi desidera visitare una zona del Madagascar con spiagge meravigliose.
Paradisi Tropicali - Soggiorni Mare
MADAGASCAR
16 giorni / 15 notti
Viaggio sportivo da € 2.290

Madagascar in Bicicletta

In questa avventura è racchiuso uno spicchio di Africa sconosciuta, una di quelle mete ambiziose e apparentemente impossibili da realizzare, che hai sempre sognato di percorrere a bordo della tua impareggiabile MTB. Il Madagascar, con la sua integrità naturalistica e tradizionale, può regalare luoghi ricchi di pace, lontani dal caos e dal ritmo frenetico della vita moderna. Per le peripezie che ci attendono in sella alle nostre biciclette potremo contare sull'assistenza di un operatore locale affidabile ed esperto, appassionato come noi di viaggi in bicicletta, che in anni di attività ha messo a punto questo itinerario, rivisitato nel 2018. Un percorso che ottimizza e seleziona i tratti migliori da percorrere in MTB e quelli monotoni o privi di interesse per la nostra attività da fare in auto, con soste e deviazioni per completare la nostra avventura. Il ristabilimento di un genuino legame con la natura sarà piacevolmente accompagnato dalla bellezza straordinaria delle strade, dei paesaggi e dalle magnifiche popolazioni che si incontrano viaggiando lungo questo itinerario. Ci teniamo soprattutto a dire che il Madagascar è una destinazione in via di sviluppo e con le nostre bici attraverseremo aree remote, saremo ospiti in piccoli alberghi, utilizzeremo infrastrutture e servizi di viaggio spesso basilari. Detto questo, preparatevi ad uscire dalla vostra comfort zone: ne sarete ampiamente ricompensati. Il Madagascar autentico, con questa esperienza, è a portata di pedale.



Difficoltà tecnica: media / bassa

Difficoltà fisica: media

Durata percorso: 5 / 6 ore al giorno

Tipo bicicletta: Bici MTB

Morfologia: Montuosa / Collinare / Foreste Tropicali
Viaggi in Bicicletta

ALLOGGI E HOTEL

INFORMAZIONI E NOTIZIE UTILI

VISTO E FORMALITA' DI INGRESSO

Passaporto: necessario, con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’ingresso nel Paese.  Per le eventuali modifiche a tale norma si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata o il Consolato del Paese presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio. 

In caso di smarrimento o furto di passaporto, un documento di viaggio per il solo rientro in Italia (ETD) potrà essere rilasciato dal Consolato Generale di Francia a Antananarivo; chiunque si trovasse nelle condizioni di doverlo richiedere, dovrà preventivamente rivolgersi alla corrispondenza consolare di Antananarivo o a quella di Nosy Be, per le procedure relative alla richiesta.

Visto d’ingresso: necessario, per turismo o per affari fino a 90 giorni di permanenza nel Paese.  Il visto viene rilasciato direttamente in aeroporto al momento dell’ingresso nel Paese dietro pagamento previsto dalla normativa locale.  Occorre sempre controllare che il passaporto abbia almeno una pagina vuota, senza timbri od annotazioni nella sezione riservata ai visti d’ingresso al fine di poter apporre, al momento dell'arrivo nel Paese, la vignetta di permesso di soggiorno temporaneo.  Occorre in ogni caso essere in possesso del biglietto aereo di ritorno.

Per le informazioni più aggiornate su passaporto, visti, formalità doganali e informazioni valutarie cliccate qui.  Sarete reindirizzati alla pagina della Farnesina Viaggiare Sicuri, che viene costantemente revisionata e offre informazioni aggiornate in tempo reale.


FUSO ORARIO

La differenza di fuso orario è di 2 ore in più rispetto all'Italia durante l'ora solare, 1 ora in meno quando è in vigore l'ora legale.

MONETA

La moneta ufficiale è l'Ariary (MGA). Per una quotazione aggiornata del cambio EUR-MGA cliccate qui.

TELEFONIA

Il prefisso internazionale del Madagascar è 00261.  Per chiamare l'Italia dal Madagascar digitare il prefisso 0039. Il sistema GSM 900 è utilizzato nel Paese, la copertura è buona in molte aree del paese, anche se in alcune è garantita solo da uno degli operatori presenti (Telma, Orange e Airtel). 

CLIMA

Vi sono due stagioni principali che caratterizzano il clima del Madagascar: la stagione delle piogge, che va da novembre a marzo, e la stagione secca che va da aprile a ottobre.  Esistono però delle regioni con un proprio microclima; sulla costa est si possono avere piogge torrenziali e cicloni a febbraio e marzo, e la stagione secca va da settembre a novembre. Sull'altopiano centrale la stagione delle piogge va da novembre ad aprile, e i mesi più freddi sono da giugno ad agosto: qui la temperatura di notte può scendere anche sotto lo zero.  Da tenere presente che le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, in quanto il Madagascar si trova nell'Emisfero Australe.

IGIENE, SALUTE E VACCINAZIONI

Nonostante la presenza di diverse strutture ospedaliere, il sistema sanitario non è generalmente in grado di sostenere casi d’urgenza che prevedano interventi delicati e complessi.  In tali casi si rende necessario un trasporto sanitario verso zone adeguatamente attrezzate, come il Sud Africa o La Réunion.  L'approvvigionamento di medicinali non presenta in genere problemi particolari ad Antananarivo, mentre può essere difficoltoso nel resto del Paese.

Malattie presenti: è in corso nel 2019 in Madagascar un’epidemia di morbillo che interessa in varia misura tutte le 22 regioni del Paese e considerata a rischio elevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.  Si raccomanda di verificare lo stato delle proprie vaccinazioni prima di mettersi in viaggio.  Nell’autunno 2017 un’epidemia di peste bubbonica e polmonare ha colpito numerosi distretti del Paese (provincie di Vakinankaratra, Analamanga che include la capitale Antananarivo, Alaotra-Mangoro, Atsinanana, Sava et Boeny).  Il Ministero della Salute malgascio ha annunciato ufficialmente la fine dell’epidemia di peste, i cui ultimi casi risalgono al novembre 2017.  La situazione, benché migliorata, continua ad essere monitorata con attenzione dalle autorità locali e dall'OMS.  Sono stati registrati nel Paese casi sporadici di colera e rabbia, trasmessi dai cani randagi.  La malaria è endemica soprattutto nelle zone costiere; è consigliabile pertanto, previo parere medico, la profilassi antimalarica.  La peste e la lebbra sono endemiche in alcune aree rurali estremamente arretrate.  Si raccomanda comunque l'utilizzo di repellenti appropriati al fine di evitare i morsi di pulce nonché di evitare il contatto con carcasse di animali.  Inoltre, nelle regioni di Alaotra Mangoro, Analamanga, Itasy, Vakinakaratra e Anosv, sono stati registrati in passato, casi di febbre della Rift Valley.  Sono stati inoltre segnalati casi di trasmissione del virus della poliomielite.

Si raccomanda di stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente. 

È inoltre preferibile che l'assicurazione sanitaria garantisca l'opportunità di ottenere degli anticipi di denaro in caso di ricoveri ospedalieri. Spesso, infatti, nessuna prestazione sanitaria viene erogata da cliniche private senza il pagamento anticipato di un deposito (che talvolta può essere molto elevato). Può esserci tra la struttura sanitaria e la compagnia assicuratrice una convenzione che consenta di evitarlo.

Si consiglia di mantenere sempre un elevato livello d’igiene personale e di adottare particolari misure preventive; di evitare di mangiare cibi crudi; di bere acqua e bevande in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio; previo parere medico, di vaccinarsi contro l’epatite A e B; previo parere medico, di sottoporsi alla profilassi antimalarica (la malaria è diffusa soprattutto nelle zone costiere); di non bagnarsi in fiumi e laghi d’acqua dolce a causa della biliarziosi.

Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.  Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatorio per i viaggiatori provenienti dai Paesi a rischio di trasmissione della malattia.  Si consiglia inoltre il vaccino contro la poliomielite.  Se si è stati vaccinati contro la polio da bambini, ma non si è mai effettuata una dose di richiamo da adulto, si consiglia di provvedere alla dose di richiamo.  Si precisa che gli adulti hanno bisogno di una sola dose di richiamo poliomielite durante la loro vita.  Se si è stati completamente vaccinati da bambini o non si conosce il proprio stato vaccinale, si consiglia di rivolgersi al medico per effettuare la vaccinazione.


LINGUA, POPOLAZIONE E RELIGIONI

Oltre al malgascio, con tutte le varie sfumature dialettali, la lingua straniera più diffusa è il francese, che viene parlato comunemente sia negli uffici pubblici che negli alberghi.  La religione più diffusa è il cristianesimo (cattolico); è presente anche una minoranza musulmana.  Molto diffuse sono ancora le religioni e le credenze tradizionali.

PATENTE

Per guidare in Madagascar è sufficiente la patente italiana in corso di validità.  Consigliata la patente internazionale.

STRADE, DISTANZE E PERCORSI

Assicurazione auto: Nessuna assicurazione straniera è accettata.  All'entrata nel paese va stipulata, per la durata del soggiorno, una polizza temporanea con una compagnia locale; il conducente e il passeggero del sedile anteriore hanno l'obbligo di allacciare le cinture di sicurezza.  I motociclisti hanno l'obbligo di indossare il casco. Tasso alcolemia: limite di 0,08%.  Il trasporto pubblico offre in genere condizioni di scarsa efficienza e sicurezza; è preferibile, pertanto, fare uso di taxi affidabili e riconosciuti.  La rete stradale è in condizioni precarie.  Qualora si intenda affittare un'autovettura, si consiglia di controllare che sia assicurata anche contro il furto.

ABBIGLIAMENTO

Consigliamo un abbigliamento pratico e sportivo, e per coloro che durante il soggiorno intendono visitare i Parchi e le Riserve Naturali, raccomandiamo un paio di scarpe tipo trekking.  Almeno un maglione di lana e una giacca a vento leggera devono completare il proprio bagaglio, in quanto nelle regioni dell'altipiano ed anche ad Antananarivo, le serate possono essere fredde, principalmente nei mesi estivi.

CIBO E BEVANDE

In Madagascar si mangia piuttosto bene e non mancano pesce, riso, carne, crostacei e verdure nella cucina locale.  Un piatto che sicuramente vi capiterà di mangiare sarà la carne di zebù, saporita ma un pochino più dura di quella alla quale siamo abituati; un must da assaggiare è il "romanzava", uno stufato di carne e verdura spesso condito con zenzero e "bredes", un'erba piccante.  Anche il "ravitoto" è un piatto tipico: si tratta di foglie di manioca tritate con manzo fritto e noce di cocco.  Consiglamo di non bere bevande che non siano inbottigliate ed evitare di mangiare verdure crude.  Va ricordato che il Madagascar produce un ottimo vino.

ACQUISTI

L'artigianato malgascio è molto vario e interessante, creativo.  Il modo migliore per vedere i prodotti dell'artigiano locale è quello di visitare i vari laboratori sparsi in tutto il Paese.  Ad Antsirabe per esempio, si trovano i migliori intagliatori di pietre semi preziose del paese ed è facile trovare in questa regione degli stupendi quarzi fumé o delle purissime acquamarine, occhi di tigre eccezionali ed anche smeraldi.  Continuando verso sud, ad Ambositra, pregiato è il lavoro degli artigiani della lavorazione del legno, mentre ad Ambalavao si possono ammirare mentre realizzano delle stupende composizioni floreali su pergamena chiamata "papier Antimoro".  A Tulear si trovano vaste esposizioni di conchiglie provenienti da uno dei reef più estesi del mondo e sempre al sud, ad Ampanihy, si possono trovare dei meravigliosi tappeti di lana merinos.  L'estremo nord del Paese e più precisamente la zona di Diego Suarez è famoso invece per la lavorazione del corno di Zebu con cui vengono realizzati delicati e preziosi oggetti, monili e sopramobili.  A Nosy Be si possono ammirare le creazioni delle donne Sakalava: tende e tovaglie ricamate a tombolo e sculture di animali in terra non cotta e quindi fragilissime.  E'tassativamente proibito far uscire dal Madagascar statue antiche, ossa di dinosauro, documenti antichi, oggetti in coccodrillo e tartaruga, mentre per alcuni prodotti dell'artigianato, soprattutto per le pietre semi-preziose e le statue in legno, è necessario richiedere al commerciante una ricevuta di acquisto che, se richiesta, dovrà essere esibita in uscita dal paese.

INFORMATIVA OBBLIGATORIA

Comunicazione obbligatoria ai sensi dell'art. 17 legge 38/2006: "La Legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione ed alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all'estero."

ALBUM FOTO

BLOG, RACCONTI E ARTICOLI

Madagascar in Cinque Movimenti. Di Antonello Bacci
Primo movimento - Nel paese dell'assenza apparente

Abbiamo girato intorno a questo viaggio per anni, discussioni di sì e di no, perché l'Africa senza leoni ed elefanti, che Africa è?, finché spinti dai racconti entusiastici di alcuni amici non abbiamo deciso di metterci in cammino. Ed è solo lì abbiamo capito. Abbiamo capito che quello che credevamo essere un'assenza in realtà era altro, qualcosa che richiedeva uno sguardo più acuto, penetrante, in grado di andare oltre l'evidenza apparente. Una capacità di lasciare il cuore libero di battere ritmi ignoti, di gioire per le piccole cose. Uno spogliarsi delle aspettative per accogliere la realtà di quei luoghi in ogni sua forma. E allora abbiamo smesso di cercare quello che non c'era e iniziato a guardare quello che c'era, e quello che c'era ci ha regalato sensazioni che ancora adesso non smettono di emozionarci.



Secondo movimento – Maestoso

E poi eccoli lì, i baobab. Imperturbabili lungo la strada, la pelle bruciata dal sole. Raccolti in piccoli gruppi, i rami intrecciati dietro la schiena. Molti in fila indiana, vittime di un incantesimo durante la lunga transumanza verso il mare. A volte spaiati, lo sguardo smarrito, piantati lì alla come capita nel bel mezzo del nulla, senza uno straccio di spiegazione. Alcuni si abbracciano, altri hanno scelto un'esistenza più pudica ma mai sdegnosa. Da migliaia di anni vegliano sugli uomini e sulle terre, e se la salute li assisterà continueranno a farlo per molto tempo ancora. Al di là del bene e del male, immobili, maestosi.



Terzo movimento – Molto, molto mosso

Le buche, in Madagascar, sono di due tipi: quelle con la strada intorno e quelle senza. Le prime però sono molto più frequenti, e non è esagerazione dire che tutta la rete stradale malgascia rientra nella prima categoria. Spostarsi in Madagascar è una continua onomatopea di sussulti, sbandamenti, imprecazioni trattenute a stento, preghiere di quantomanca e colpi sordi ai finestrini: cicatrici di una terra bellissima da avercela sotto i piedi ma decisamente meno se devi poggiarci le ruote.



Quarto movimento – Felicitas per aquam

Il mare. Difficile spiegare come sia finito lì, a fare da controcanto liquido a questa terra aspra. Forse un atto di misericordia, o forse un momento di distrazione, chissà. Trovarlo, non è neanche così facile. Non si annuncia spavaldo di brezza e salsedine, e spesso si nasconde silenzioso dietro dune di sabbia bianchissima. Un gigante turchese che culla le barche dei pescatori e specchia la luna, che quando lo guardi te ne cola una goccia dagli occhi. Una goccia di felicità.



Quinto movimento - Finale

Molto, molto altro si vorrebbe dire del Madagascar. Enumerare però è atto da contabili, che mal si addice al viaggiatore. E allora, che sia una musica a raccontarlo. Un tempo largo, che accolga ogni sfumatura di questa terra. Una sinfonia degli addii, mentre la nebbia inghiotte le risaie, le pietre dell'Isalo si infiammano di un ultimo tramonto, voci e volti sfumano nell'ennesima notte stellata. Un volo di succiacapre, un lemure che si accoccola tra le fronde. Poi, il silenzio. Non imponibile IVA ai sensi dell' art. 9 DPR 633/1972

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Emessa ai sensi dell' art. 9 comma 8 Decreto Legislativo del 2

Settembre 1997 nø 314
LEGGI
Il Popolo Zafimaniry
Nel cuore degli altipiani del Madagascar, a est della cittadina di Ambositra, vivono gli Zafimaniry,un piccolo gruppo etnico di circa 50.000 persone distribuiti in un centinaio di villaggi. Il loro mito fondante vuole che, due secoli or sono o giù di lì, questo gruppo di origini Betsileo si rifugiasse tra le montagne per sfuggire alla deforestazione incipiente e all’avanzata di gruppi etnici più numerosi. Che sia stato per desiderio di boschi intatti oppure di libertà, questa gente ha vissuto praticamente isolata per diverso tempo, su cime di difficile accesso e perennemente avvolte di bruma, praticando una agricoltura di sussistenza a base di riso, mais, patate dolci, taro e manioca.



Grazie alla loro tradizionale simbiosi con il bosco, gli Zafimaniry hanno sviluppato una grandissima abilità nella lavorazione del legno. Quasi tutto, nel loro mondo, viene dalla foresta: le case, interamente di palissandro, sono autentici capolavori di incastro, costruite senza nemmeno un chiodo, completamente smontabili e con porte e finestre finemente scolpite; gli sgabelli su cui siedono sono ricavati da un unico blocco di legno; i grossi contenitori con i quali un tempo andavano a raccogliere il miele selvatico, sono tronchi scavati; i sepolcri famigliari sono pesanti sarcofagi, i più antichi dei quali assemblati con due soli blocchi di un unico tronco. Nella loro vita quotidiana, gli Zafimaniry riconoscono e utilizzano circa 23 tipi di legni diversi, ognuno con una sua precisa funzione.



I paesi Zafimaniry offrono panorami di straordinaria bellezza e sono meta di molti intrepidi turisti, che si avventurano in trekking di uno o più giorni, per visitare quelle piccole meraviglie di palissandro nascoste in mezzo alle montagne. Nonostante il piccolo numero dei suoi rappresentanti, o forse proprio per questo, la civiltà Zafimaniry è stata inclusa, nel 2003, Patrimonio Orale Intangibile dell’Umanità dall’UNESCO. Chiedendo agli intagliatori Zafimaniry il significato dei loro disegni non è raro sentirsi rispondere che non significano nulla ma semplicemente abbelliscono il legno. Forse è tutto quanto resta del sapere ancestrale di tali “segni”, mirabilmente riportati sugli oggetti di uso comune, porte e finestre delle loro case. O forse è solo riservatezza tipicamente Malgascia. Ad un’occhio allenato non possono però sfuggire i riferimenti grafici a modelli che si ritrovano in tutti i luoghi dove la spiritualità ha manifestato forme artistiche e una simbologia di vario genere. Gli Zafimaniry sono dunque da considerarsi appieno nel novero dei popoli che perpetuano la Conoscenza Universalenel mondo.
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I luoghi in cui si scopre il significato di un viaggio in Madagascar
Madagascar … da quanti anni sognavo di andare in Madagascar, il mio paradiso terrestre! Sono ansiosa di raggiungerlo e sono convinta che le mie aspettative non saranno disattese. La prima parte del viaggio si svilupperà attraverso gli altipiani e subito veniamo colpiti dall alternanza di colori che sfilano davanti ai nostri occhi. Questa è la parte più fertile del Madagascar e la popolazione si dedica quasi esclusivamente alla coltivazione della terra ed all allevamento degli zebù. Il verde brillante delle risaie, dove le donne, chine ed immerse con i piedi nell acqua, ci osservano con un sorriso, si affianca al marrone intenso della terra, che gli uomini lavorano spingendo gli aratri tirati dagli zebù. Nonostante la fatica del lavoro, i loro occhi riescono sempre ad esprimere disponibilità ed accoglienza nei nostri confronti. E  così affascinante il contrasto di colori e sembra di attraversare una coperta di patchwork! Lo sguardo scivola qua e là ed è interessante vedere come la struttura delle case sia diversa ogni volta che cambia la tribù stanziata nella zona.
Le abitazioni sono costruite in terra cruda e sembrano fatte di marzapane, con i lori colori pastello che vanno dal beige al marrone rossiccio delle pareti, al grigio antracite dei tetti di paglia. Alcune sono delle palafitte e spesso si accede al piano di sopra con delle scale esterne di legno. Ovunque, quando ci fermiamo, frotte di bambini ci circondano guardandoci con i loro occhioni scuri e ci regalano dei sorrisi che non dimenticheremo. Sono vestiti di stracci, sono sporchi ma, quello che ci colpisce, è l espressione di gioia sul loro viso che li fa essere stupendi. Durante il tragitto visitiamo dei villaggi di artigiani, in alcuni casi dei veri artisti. Qui ancora esiste il vero artigianato e la globalizzazione, nel suo significato più negativo, non è ancora riuscita ad attecchire. Siamo affascinati dalla maestria con cui queste persone riescono a creare degli oggetti unici. La nostra prossima tappa è il parco di Ranomafana, che rappresenta l ultima foresta pluviale rimasta in Madagascar, in cui avremo modo di osservare i famosi lemuri, simbolo di quest isola.  Ci inerpichiamo in mezzo a boschi di bambù, in mezzo al fango che ci incolla le scarpe al terreno e che lo rende scivoloso, ma siamo contenti di riuscire a vedere una specie abbastanza rara: il lemure dal naso largo. Proseguendo sulla route n.7 finalmente riusciamo a capire perché il Madagascar è chiamata l isola rossa e crediamo che il villaggio simbolo di questa definizione sia rappresentato da Ambalavao. Secondo noi non sarebbe esagerato definirlo il Villaggio Rosso, perché una patina di terra rosso fuoco ricopre ogni cosa! E  una cittadina vitale e meriterebbe una sosta più lunga ma purtroppo dobbiamo ripartire diretti verso il parco dell Isalo, uno dei parchi più visitati del Madagascar. Il paesaggio inizia a cambiare, la terra fertile è pian piano sostituita da una vera e propria savana, con ciuffi di erba secca che spuntano qua e là.
Arriviamo al tramonto ed il paesaggio circostante si accende di un caldo colore ambrato. Il giorno seguente con una guida ufficiale iniziamo l esplorazione del parco. Fa molto caldo e questo ci impone una sosta durante le ore più calde della giornata per evitare insolazioni. Il parco è piuttosto arido e roccioso ed il nostro percorso si snoda attraverso dei canyon, lungo i quali scorrono dei corsi d acqua; ci sono anche delle cascate dove ci si può rinfrescare facendo un bagno. Lasciato l Isalo proseguiamo verso Tulear e questa è sicuramente la parte più noiosa del viaggio. Aveva ragione Elysée, il nostro accompagnatore: qui è tutto piatto, un deserto dovunque si volga lo sguardo e l unica cosa da fotografare sono i famosi baobab che ancora non avevamo visto e che sarebbe impossibile non notare, con la loro forma di albero rovesciato, che si staglia imponente nell azzurro del cielo! Tulear è piuttosto anonima e disordinata ma è il punto di partenza per raggiungere il mare … quello bello!  La mattina successiva con un motoscafo raggiungiamo in un ora di navigazione Anakao. La traversata si rivela piuttosto avventurosa perché il mare è abbastanza agitato, soprattutto quando siamo costretti ad uscire fuori dalla barriera corallina ma, alla fine, siamo ripagati pienamente del sacrificio. Il lodge che abbiamo scelto è splendido e l accoglienza è molto cordiale. Intorno a noi non c è niente ed i giorni seguenti ne approfittiamo per esplorare la zona rimanendo affascinati dalla bellezza del luogo! Da un lato si snodano chilometri di spiaggia incontaminata, dove incontriamo solo qualche pescatore e dove possiamo fare un bagno favoloso … da soli!! Invece, spostandoci nel lato opposto, dopo aver attraversato un promontorio, ci ritroviamo nel villaggio di Anakao e qui ci tuffiamo con gioia nella sua atmosfera pulsante di vita. Le donne vendono oggetti di artigianato oppure sono impegnate nelle loro faccende domestiche, gli uomini sono indaffarati intorno alle loro barche, ritirando le reti piene di pesce e poi … bambini in ogni angolo, che giocano spensierati in acqua, sulla spiaggia e che ci prendono per mano per divertirsi anche con noi. Siamo veramente travolti da tutto ciò e vorremmo rimanere di più , vorremmo aver scoperto prima quest  angolo di gioia. Venire ad Anakao e non trovarsi qui sarebbe stato un peccato.  Questi sono i luoghi in cui si scopre il vero significato di un viaggio in Madagascar, dove le persone confidano ancora nel prossimo e lo accolgono senza scopi reconditi, per il semplice piacere di condividere con un altro essere umano quello che hanno ma soprattutto quello che sono, con un sorriso. Madagascar aspettaci perché ritorneremo presto! Alessandra Rossi
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Sulle strade del Madagascar
Il Madagascar, si sa, è un susseguirsi di mete dalla caratteristiche più varie: dalla foresta pluviale, all'asprezza delle zone aride, dalla vegetazione sorprendente per varietà e dimensioni alla fauna esclusiva e affascinante. Il mare davvero soddisfa le aspettative più ardite del sub estremo e del pacifico bagnante. La bellezza dei villaggi, la bontà del cibo, i colori, il clima, la gente sempre allegra e disponibile, l economicità, sono elementi difficili da trovare tutti insieme in un unico luogo. Poco si può dire che già non si sappia sulle meraviglie del Madagascar . Ma c è una cosa che si conosce e si apprezza solo viaggiando per il paese: è quello che c è in mezzo; è quello che vedi quando ti sposti dal bel posto A al bel posto B .



Sulle strade, sulle piste, nelle città, sul mare, una miriade di mezzi tra i più disparati trasportano uomini e cose. Taxi-ville, Taxi-be, Taxi-special, camion, Pousse-pousse, carri trainati da zebù, piroghe a remi, a vela, a motore; ogni mezzo può esssere un trattato di sociologia etnografica o soltanto una gioia per gli occhi e per la mente. I Taxi-ville girano solo in città e sono scassate Renault 4 o Citroen Deux-chevaux dai colori e dagli accessori più improbabili; il giallo canarino, il celeste pastello, il rosso vivo si mescolano con le cromature di parafari, borchie e mascherine di ogni tipo. I Taxi-be sono enormi Peugeot 505 che coprono grandi distanze trasportando fino a nove passeggeri, sono considerati veloci ma hanno le ruote lisce, tutte le strutture vicino al cedimento e ogni viaggio diventa una vera avventura. Il Taxi-be affittato in esclusiva da uno o più viaggiatori diventa il Taxi-special. I carri trainati da zebù in alcune zone allagate sono gli unici mezzi in grado di muoversi e riportano a mille o più anni fa. I Pousse-pousse, versione malgascia dei risciò cinesi trainati da uomini scalzi ti fanno credere di essere in estremo oriente ai tempi dell occupazione coloniale. Le piroghe scavate nei tronchi, tenute insieme da corde e con le vele di sacchi cuciti, te le aspetti più in un museo che non come mezzo assenziale nella vita quotidiana di migliaia di pescatori.



Ma il protagonista assoluto, il principe di tutti i mezzi che quotidianamente percorrono in lungo e in largo il Madagascar è il Taxi-brousse, letteralmente taxi della boscaglia . Questo termine indica qualsiasi mezzo non compreso nelle precedenti categorie: si va dal camion telonato con panche di ferro, al pick-up Peugeot con o senza copertura, dal furgone Saviem degli anni sessanta, al minibus giapponese quasi nuovo. Una costante unisce tutti questi mezzi e li raggruppa in una unica categoria: il Taxi-brousse viaggia solo se è strapieno; si può aspettare per ore l ultimo occupante, oppure si può girare per la città in cerca di viaggiatori prima di partire alla volta della meta di solito lontana diverse centinaia di chilometri. Una volta pronti si parte, apparentemente carichi al massimo, ma non basta, lungo il percorso chiunque faccia un segno verrà caricato spostando, incastrando e pressando i passegeri come le tessere di un puzzle. Nel mio ultimo Taxi-brousse un ragazzino e stato estratto dallo sportello anteriore e reinserito dal finestrino posteriore in posizione orizzontale per far posto all ennesimo passeggero che nessuno avrebbe detto potesse entrare. Era un minibus Mazda rosso, abbastanza in buono stato, omologato per quindici posti che ha trasportato da Majanga a Diego Suarez oltre a me altri venticinque passeggeri, totale ventisei su un pulmino da quindici! La montagna di bagagli sul tetto a ogni curva ondeggiava paurosamente, ogni frenata andava programmata per tempo e l autista, anch egli incastrato insieme a altre tre persone sul divanetto anteriore, per cambiare marcia inseriva il gomito nello stomaco di una rassegnata e quasi divertita ragazza.



Duecento chilometri, sei ore; buche, guadi, polvere, asfalto, terra, sosta al controllo di polizia: tutto ok, sosta dal venditore di pannocchie bollite: grande scorpacciata collettiva. Alla fine ci si conosce tutti, nessuno si lamenta e quasi dispiace quando si è arrivati e ci si deve salutare. Duecento chilometri e sembra di averne fatti mille; arti anchilosati, membra addormentate ma una sorta di soddisfazione per aver sofferto, assimilato e davvero vissuto quello spostamento che da noi in Europa sarebbe un evento comodo e banale. I Malgasci sono orgogliosi dei loro Taxi-brousse, li raffigurano nei disegni, nei timbri artigianali scolpiti nella gomma; ma sopratutto li riproducono in scala utilizzando lattine e barattoli di ogni sorta: piccole opere d arte, modellini perfetti con le ruote che girano, sportelli che si aprono, cofano e relativo motore interno. Il Taxi-brousse è il simbolo del viaggio tra i luoghi ma anche tra le abitudini, le personalità, le diversità; è il mezzo che ti allontana da dove eri e ti fa conoscere qualcosa d altro. Il Taxi-brousse ti fa soffrire e vivere lo spostamento con la mente, con il corpo, con gli occhi, con l udito, con l olfatto, è la metafora perfetta del viaggio; perchè viaggiare vuol dire imparare a spostarsi, in tutti i sensi.

Antonello Fratoddi
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Ankazoberavina, le megattere e l'inverno australe
Durante l'inverno australe (luglio, agosto e settembre) le megattere, Megaptera novaeangliae, giungono a centinaia dalle acque del Polo Sud in Madagascar, dove nascono, si accoppiano e restano per svezzare i piccoli prima di tornare nelle acque fredde. Si tratta di cetacei lunghi 15-18 metri dotati di lunghe pinne pettorali, caratteristiche rispetto ad altre specie, e un carattere socievole che manifestano con salti spettacolari. Con la guida di Max, il direttore, si possono organizzare escursioni giornaliere di "whale watching": si esce in barca,cercando di avvistare e avvicinare i gruppi di balene, in genere alcune femmine con i loro piccoli, senza disturbarli. La tecnica prevede di sorpassarli e a 100 metri da loro fermare i motori. A questo punto si avvicinano incuriosite, passando accanto e dando la possibilità di osservarle e fotografarle da vicino. Con un po  di fortuna, si riesce anche ad ascoltarne il  canto , con il quale comunicano a grande distanza, e per i più esperti immergersi con loro per osservarle sott'acqua e fotografarle. Gli esseri umani suscitano in genere un grande interesse in questi cetacei, che si trattengono perciò nei pressi delle barche a volte anche per una decina di minuti, a seconda della voglia che hanno in quel momento di socializzare con i "whalewatchers". Tuttavia, anche nel caso in cui le megattere rimangano con noi soltanto pochi istanti, questi costituiscono comunque un'esperienza indimenticabile.
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Introduzione alla fauna del Madagascar
Il Madagascar ha attratto su di sè le attenzioni dei naturalisti ben prima che Charles Darwin visitasse un altro gruppo di isole e mettesse a punto la teoria dell'evoluzione. A differenza delle Gallpagos, nate da eruzioni vulcaniche, il Madagascar un tempo faceva parte di un enorme supercontinente che copriva gran parte dell'emisfero meridionale. 200 milioni di anni fa (maf), quando i dinosauri dominavano la terra (i resti fossili del dinosauro più antico mai scoperti sono stati recentemente ritrovati nel sud del Madagascar), il Gondwana iniziò a separarsi fino a formare gli attuali continenti di Africa, Sud America, India, Antartide e Australia. Il Madagascar, ancora attaccato all'India, si separò dall'Africa 165 maf e andò alla deriva verso sud. Gli scienziati ritengono che 80 maf il Madagascar, e tutti i dinosauri che vivevano su quella terra, fossero già completamente isolati. Tuttavia, recenti scoperte sembrano indicare che a quell'epoca il Madagascar fosse ancora collegato all'India, che a sua volta era collegata da lingue di terra al Sud America mediante l'Antartide: ciò spiegherebbe le somiglianze genetiche tra i rettili del Sud America e quelli del Madagascar. è comunque probabile che molte delle forme di vita che si possono tuttora ammirare in Madagascar si siano sviluppate in completo isolamento. Probabilmente, gli antenati dei mammiferi terrestri e di molti dei rettili raggiunsero l'isola su tronchi d'albero o grossi rami alla deriva sul Canale di Mozambico. Pochi sopravvissero alla terribile traversata: la maggior parte degli animali africani (felini, canidi e relative prede, antilopi e altri ungulati) sono infatti assenti dal Madagascar. Nessuno sa con esattezza quante specie vivano oggi in Madagascar (forse 200.000 o più), ma l'80% di queste sono specie endemiche e la maggior parte di esse è dissimile da qualsiasi altra specie nota sul pianeta. 2000 anni fa in questo Eden fece la sua comparsa il predatore più vorace e temibile: l'uomo. Mille anni più tardi, oltre 25 specie di grandi dimensioni erano state spazzate via, incluse almeno 16 specie di lemuri (alcune delle quali grandi come gorilla), tre specie di ippopotamo nano e l'uccello più grande mai vissuto, l'uccello elefante (Aepyornis Maximus). Ci vollero altri 1000 anni perchè l'uomo si rendesse conto della propria follia ed iniziasse a proteggere invece di distruggere. Nel 1927 il governo coloniale francese creò le prime riserve, ma fu solo intorno al 1980 che le pressioni internazionali per la salvaguardia della biodiversità dell'isola spinsero il governo malgascio ad attuare una politica di conservazione organica ed efficace. Oggi il Madagascar è considerato una delle priorità mondiali in termini di conservazione. Molti parchi e riserve nazionali hanno abbracciato la filosofia dell'ecoturismo, probabilmente il modo migliore per il paese per ottenere la valuta estera necessaria per perseguire la politica di conservazione del suo straordinario ed inestimabile patrimonio naturale.
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Camaleonti
I camaleonti non cambiano colore per mimetizzarsi con l'ambiente circostante! Questa è una delle innumerevoli credenze di cui è stato oggetto questo straordinario animale per secoli. Nell'antichità, i camaleonti erano probabilmente considerati animali domestici (e trattati come tali) nei paesi dell'area del Mediterraneo: Aristotele descrive la loro capacità di cambiare colore e Shakespeare e i suoi contemporanei sostenevano che si nutrisse d'aria, convinzione probabilmente acquisita osservando i camaleonti rinchiusi in gabbia catturare gli insetti facendo saettare la lingua nell'aria. Nel mondo dei camaleonti, il colore è una lingua utilizzata per difendere il territorio, trasmettere emozioni e comunicare con i potenziali partner, oltre ad essere un modo per regolare la temperatura corporea. Il modo in cui queste variazioni di colore vengono ottenute è estremamente affascinante. Nello strato meno superficiale della pelle dell'animale si trovano delle cellule, dette cromatofori, contenenti pigmenti di colore diverso, in grado di espandersi e contrarsi in modo da far trasparire il pigmento. Le variazioni di colore sono controllate da una combinazione di attività ormonale e nervosa. Ad esempio, in un camaleonte impaurito o nervoso le cellule contenenti il pigmento marrone (melanina) si espandono, così che la sua pelle diventa più scura. Quando il camaleonte è tranquillo e rilassato, le cellule blu e gialle si combinano, dando luogo a sfumature più o meno intense di verde;mentre l'eccitazione sessuale produce un'esplosione di colori e disegni. Di notte, molti camaleonti appaiono di colore chiaro, quasi bianco, probabilmente a causa del completo rilassamento.
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La maledizione della Brookesia
Il camaleonte è uno dei pochi protagonisti animali delmondo immaginario e rituale dei malgasci. E non a caso. La bizzarria delle forme e degli adattamenti, l'unicità dei comportamenti e l'estrema varietà di specie presenti sull'isola giustificano pienamente il fenomeno. Due sono i generi e 42 le specie, tutte endemiche: il più grande del mondo, il Chamaeleo oustaleti, lungo 68,5 cm, e il più piccolo, la Brookesia minima, di appena 3,2 cm vivono proprio qui, in Madagascar. Un'indagine etnozoologica condotta tra le diciotto trib+ malgasce ha documentato per il camaleonte oltre sessanta diversi nomi dialettali, settantasei proverbi, quattro leggende, quattro credenze popolari e otto jijy (poemi improvvisati). Dal più ovvio "brutto come un camaleonte" della tribù Tsimihety al meno sprezzante "il camaleonte si muove sulla roccia: fiero ma non bello", si passa a credenze e superstizioni che attribuiscono all'animale la capacità di portare sfortuna e addirittura la morte. I camaleonti del genere Brookesia sono i più temuti. Per i Mendiavato l'incontro con un camaleonte equivale al classico gatto nero dei superstiziosi nostrani. I Sakalava li chiamano Tsiny, geni della foresta. Mai calpestare una Brookesia, se ne ricaverà sicuramente una sciagura. "Meglio pestare i piedi a una divinità che a una Brookesia", dicono nel nord. Lo stregone Retrama del viallaggio Ampotetse era famoso per usare la paura e la repulsione dei malgasci nei confronti dei camaleonti per curare disordini mentali e turbe psichiche. Dopo un lungo cerimoniale fatto di frasi rituali e abluzioni, al malato veniva improvvisamente avvicinato un grosso rettile con l'effetto di una vera e propria "shock-terapia". È proprio il caso di ringraziare leggende e superstizioni, grazie alle quali nessun malgascio farà mai del male a una Brookesia...
Marco Lambertini
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