A vederla dal traghetto (mare e vento permettendo), non ha l aria di un posto da lasciarci il cuore: un alito di roccia rossastra e ferrigna, brullo di alberi e di abitazioni. I fenici la battezzarono Phelekguduri, costruita con la pietra, scarno battesimo di terra arida, e i cretesi si limitarono ad addolcirne il nome in Folégandros. Fu, negli anni, rifugio di pirati, approdo di malincuore, luogo d esilio, infine desiderio di pochi turisti pazienti e testardi, consapevoli che alla fine del lungo viaggio li attende la benedizione di un mare blu come forse nessun altro nel Mediterraneo, e di una luce da riempirsene gli occhi e il cuore per le lunghe giornate d inverno.