Suggestioni Antropologiche per un viaggio in Cambogia e Vietnam

Suggestioni Antropologiche per un viaggio in Cambogia e Vietnam

Vietnam e Cambogia hanno plasmato l immaginario dei viaggiatori occidentali fin dai tempi della colonizzazione francese dell Indocina, che possiamo collocare temporalmente tra il 1858, epoca del primo intervento militare nella regione, e i trattati di Ginevra del 1954 che posero fine al dominio francese in loco. Nella letteratura coloniale, le commistioni tra natura e cultura, e la fascinazione esercitata dalle rovine archeologiche ‘riscoperte dagli esploratori coloniali – ma mai veramente abbandonate dalle popolazioni locali – hanno contribuito a costruire un immagine di cesura tra un passato maestoso rappresentato dalle vestigia architettoniche degli antichi templi, le città abbandonate e una malintesa primitività delle popolazioni contemporanee, viste non come eredi di quelle civiltà, ma come una sorta di involuzione socioculturale che con quel passato non ha nulla in comune. A questo immaginario, che è andato consolidandosi per tutta la prima metà del Novecento, si sono venuti a sovrapporre i conflitti e i genocidi che hanno interessato la stessa area nella seconda metà del Novecento, e che hanno contribuito ad acuire ulteriormente il senso di cesura tra passato e presente. A distanza di un secolo, cosa possiamo allora aspettarci da un viaggio che attraversi questi due paesi del Sud-est asiatico? Mi sento di incoraggiare coloro che visitano Cambogia e Vietnam in una direzione opposta a quella degli immaginari tradizionali, e che consenta di vedere, in tutta la loro complessità e suggestività, quanto esista un filo rosso che colleghi il passato al presente lungo un continuum di spazi e di incontri, oltre che di tempi. L influsso dell induismo sull intera penisola indocinese ha avuto come principale esito culturale, sul piano sociopolitico, l incorporazione della divinizzazione della figura del Monarca (rajadharma), testimoniato anche dall architettura presente nei templi pre-angkoriani ed angkoriani, che è tuttora parte del sentire comune dei cambogiani nei confronti del re. La regione ha visto inoltre la presenza costante di Giappone e Cina, colossi che attualmente stanno contribuendo, forse più del processo di occidentalizzazione di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, a modificare ulteriormente gli scenari geopolitici, culturali e turistici. di questi due paesi. Il crescente turismo sessuale – piaga di cui spesso si parla e che viene sovente imputata solo esclusivamente alla presenza di turisti occidentali che pure costituiscono una larga fetta di pubblico, in questo senso – e la presenza sempre più massiccia di casinò, soprattutto in Cambogia, sono indicatori di questa influenza economica e culturale. Vorrei sottolineare come anche la storia contemporanea abbia contribuito a delineare gli immaginari turistici di Vietnam e Cambogia. Se per il primo, la presenza di un mercato abbondante di souvenir legati alla guerra del Vietnam ha contribuito a creare itinerari che ripercorrono quanto ripreso a più riprese dalla cinematografia, in Cambogia a lungo si è venuto a creare un duplice immaginario fatto, da un lato, di passato imponente e di civiltà antiche completamente cancellate, e dall altro dal regime genocidario che ha decimato la popolazione negli anni Settanta. Ma si è trattato veramente di un momento rivoluzionario che ha cancellato il passato? A ben vedere, come ci ricorda Matilde Callari Galli (1997), i vertici dei Khmer Rossi, guidati da Saloth Sar (meglio noto con lo pseudonimo di Pol Pot), avevano di fatto ripreso una gestione del potere che molto riprendeva la gerarchia classica dei monarchi Khmer, a dimostrazione di quanto alla fine le ideologie politiche si fossero innestate su un patrimonio culturale di gestione del potere politico che era preesistente. Siamo certi che ulteriori spunti alla scoperta verranno dalle vostre esperienze personali, come è giusto che sia. Perché il viaggio, qualunque esso sia, è un esperienza prima di tutto soggettiva, e ogni sguardo che viene riportato a casa, è quello giusto. Federica Ferraris Antropologa del Turismo per Darwin Viaggi

Letture suggerite Matilde Callari Galli, In Cambogia. Pedagogia del totalitarismo, Roma, Meltemi, 1997. Tiziano Terzani, Un indovino mi disse. TEA, 2014 (1995).
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